Proviamo per un attimo a mettere in disparte tutti gli aspetti esteriori e folkloristici, che impediscono di penetrare nel mistero del Natale, e cerchiamo di riflettere, alla luce del racconto evangelico, sulla bellezza e sull’attualità di questa incantevole festa. Il primo fatto che balza agli occhi è che la Vergine Maria dà alla luce il Bambino a Betlemme, in una povera grotta, “ perché non c’era posto per loro nell’albergo” ( Lc 2, 7 ). Gesù nasce nella più nuda povertà, in mezzo a gente povera, ricevendo il primo aiuto e saluto da semplici pastori, che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
Fin dalla nascita, dunque, Cristo indica una scelta , che diventerà chiara e precisa in tutto il suo insegnamento: i poveri e gli umili, pronti e disposti a fidarsi di Dio sono i suoi migliori amici.Il secondo fatto, capace di attirare la nostra attenzione, è il canto angelico, che risuona nella notte e la fa risplendere: “Una moltitudine dell’esercito celeste lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Lc 2, 13-14). In questo straordinario canto dei messaggeri celesti cielo e terra non sono più lontani, sono anzi riconciliati e saldati insieme, dal momento che il Figlio di Dio ha messo la sua tenda in mezzo a noi. E ogni uomo che nasce può incontrare sulla sua strada un fratello, il Cristo, pronto ad amarlo e aiutarlo a camminare nei sentieri della giustizia e della pace.
Un terzo episodio rivela come davanti alla culla di Gesù tutti, anche i più lontani, possono trovare una luce e una speranza. Arrivano, infatti, dall’Oriente i Magi , carichi di doni e di saggezza. “Abbiamo visto la sua stella … e siamo venuti ad adorarlo”. Cristo è la stella, “la luce vera, che illumina ogni uomo” (Gv 1, 14). “Chi segue Me – affermerà solennemente – non cammina nelle tenebre , ma avrà la luce della vita”. La sapienza più profonda sarà allora porsi sulle orme di questo Maestro, venuto proprio ad illuminare e a dirigere i nostri passi verso le realtà più sante e belle.
Un’ ultima annotazione, seria e drammatica, è riscontrabile nei brani evangelici dell’Infanzia: Gesù nasce e diventa segno di contraddizione. La sua culla è incorniciata di sangue. Al soave canto angelico della pace seguono ben presto il lugubre vibrare della spada e l’amarezza dell’esilio. Non vanno, infatti, dimenticati il complotto di Erode, la strage degli innocenti e la fuga in Egitto. Costituiscono una chiara prefigurazione del dramma della Croce. Non a caso, il vecchio saggio Simeone, guidato dallo Spirito Santo, accogliendo nelle sue braccia il Bambino, indirizza a Maria queste parole profetiche: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti cuori. E anche a Te una spada trafiggerà l’anima” ( Lc 2,34-35 ). Sembra di capire dal messaggio di questo vecchio che il Bambino è segno della salvezza di Dio e, al tempo stesso, della condanna dell’uomo che volontariamente volta le spalle a Cristo.
Il Natale propone dunque una scelta e uno stile di vita. Non è un semplice anniversario da rievocare, ma un grande evento di salvezza da vivere e realizzare nel presente. Ammonisce a non diventare seguaci di Erode, portatori di spada, di menzogna, di odio e di disprezzo degli altri. Offre la certezza che ogni malvagità e disonesto sfruttamento indietreggiano se continuano a nascere e crescere uomini e donne, che, affascinati da Cristo e dal suo Vangelo, sanno dare lode a Dio creando spazi di amore , di fraternità, di solidarietà e di condivisione.
Fin dalla nascita, dunque, Cristo indica una scelta , che diventerà chiara e precisa in tutto il suo insegnamento: i poveri e gli umili, pronti e disposti a fidarsi di Dio sono i suoi migliori amici.Il secondo fatto, capace di attirare la nostra attenzione, è il canto angelico, che risuona nella notte e la fa risplendere: “Una moltitudine dell’esercito celeste lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Lc 2, 13-14). In questo straordinario canto dei messaggeri celesti cielo e terra non sono più lontani, sono anzi riconciliati e saldati insieme, dal momento che il Figlio di Dio ha messo la sua tenda in mezzo a noi. E ogni uomo che nasce può incontrare sulla sua strada un fratello, il Cristo, pronto ad amarlo e aiutarlo a camminare nei sentieri della giustizia e della pace.
Un terzo episodio rivela come davanti alla culla di Gesù tutti, anche i più lontani, possono trovare una luce e una speranza. Arrivano, infatti, dall’Oriente i Magi , carichi di doni e di saggezza. “Abbiamo visto la sua stella … e siamo venuti ad adorarlo”. Cristo è la stella, “la luce vera, che illumina ogni uomo” (Gv 1, 14). “Chi segue Me – affermerà solennemente – non cammina nelle tenebre , ma avrà la luce della vita”. La sapienza più profonda sarà allora porsi sulle orme di questo Maestro, venuto proprio ad illuminare e a dirigere i nostri passi verso le realtà più sante e belle.
Un’ ultima annotazione, seria e drammatica, è riscontrabile nei brani evangelici dell’Infanzia: Gesù nasce e diventa segno di contraddizione. La sua culla è incorniciata di sangue. Al soave canto angelico della pace seguono ben presto il lugubre vibrare della spada e l’amarezza dell’esilio. Non vanno, infatti, dimenticati il complotto di Erode, la strage degli innocenti e la fuga in Egitto. Costituiscono una chiara prefigurazione del dramma della Croce. Non a caso, il vecchio saggio Simeone, guidato dallo Spirito Santo, accogliendo nelle sue braccia il Bambino, indirizza a Maria queste parole profetiche: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti cuori. E anche a Te una spada trafiggerà l’anima” ( Lc 2,34-35 ). Sembra di capire dal messaggio di questo vecchio che il Bambino è segno della salvezza di Dio e, al tempo stesso, della condanna dell’uomo che volontariamente volta le spalle a Cristo.
Il Natale propone dunque una scelta e uno stile di vita. Non è un semplice anniversario da rievocare, ma un grande evento di salvezza da vivere e realizzare nel presente. Ammonisce a non diventare seguaci di Erode, portatori di spada, di menzogna, di odio e di disprezzo degli altri. Offre la certezza che ogni malvagità e disonesto sfruttamento indietreggiano se continuano a nascere e crescere uomini e donne, che, affascinati da Cristo e dal suo Vangelo, sanno dare lode a Dio creando spazi di amore , di fraternità, di solidarietà e di condivisione.