Finis Terrae, ovvero il teatro che diventa impegno civile, anche politico, nel senso più nobile e alto del termine. Alla peculiarità dello spettacolo centrale della LXVIII Festa del Teatro di San Miniato ci ha introdotto, con straordinaria competenza ed eloquenza, il regista Antonio Calenda. Intervistato dal direttore artistico del Dramma, don Piero Ciardella, Calenda ha ricordato come oltre alla via del mito per parlare delle realtà umane, il teatro ha percorso anche la via inversa, quella che trasfigura l’attualità dei fatti di cronaca per farli assurgere a metafora universale. Pensiamo all’operazione compiuta da Eschilo nei ‘Persiani’. Ecco, la sfida di questa edizione del Dramma è quella di portare sulla scena un’emergenza, un problema di drammatica e cocente attualità come quello degli sbarchi di immigrati sulle coste italiane, senza cadere nell’aneddotico e nell’ideologia. Il testo di Finis Terrae, commissionato al drammaturgo Gianni Clementi, racconta l’arrivo di un barcone carico di disperati, la notte di Natale, ma questo drammatico evento si trasforma in un incontro di umanità, in una terra di confine dove povertà diverse si incontrano e in qualche modo si riconoscono. La nascita di un bambino trasfigura in Presepe e Golgotha la riva di Finis Terrae. L’uso del linguaggio, che varia dal registro popolare e comico a quello poetico, sottolinea la valenza e la densità della parola teatrale che, come ha ricordato lo stesso Calenda, è ben diversa dalla parola scritta o da quella semplicemente parlata. La parola pronunciata dall’attore diviene quasi liturgia, diviene atto. Partito dal teatro sperimentale, con la fondazione del famoso Teatro Centouno di Roma, insieme a Gigi Proietti, Piera degli Esposti, Virginio Gazzolo e altri, Calenda ha riscoperto, in seguito a una sorta di conversione, il teatro di parola. E’ la parola, infatti, col suo potere performativo, l’anima del teatro. ‘E Antonio Calenda non poteva che arrivare a San Miniato’, ha sottolineato Marzio Gabbanini, presidente del Dramma Popolare. Sulla scena sanminiatese, infatti, il grande teatro di parola da sempre coniuga impegno civile e poesia, attenzione alle profondità dell’umano e apertura al Trascendente.
L’anteprima di Finis Terrae, che vedrà sulla scena come interpreti Nicola Pistoia, Paolo Triestino e un gruppo di attori-musicisti africani, si terrà giovedì 17 luglio alle 21,30 in piazza del Duomo. La prima andrà in scena la sera successiva e le repliche proseguiranno fino a mercoledì 23 luglio.