Eccellenza Rev.ma,
risuonano tuttora vere ed ammonitrici queste parole di San Leone Magno: “Non verecundae, sed ingratae mentis indicium est, beneficia tacere divina”.
Non è certamente segno di animo riservato, ma piuttosto indizio di animo ingrato, far passare sotto silenzio i benefici divini. E la comunità diocesana, convenuta questa sera nella Chiesa cattedrale per salutarla, non vuole dimenticare tali benefici, consapevole che la presenza e l’azione pastorale di un Vescovo, testimone qualificato dell’amore di Dio, araldo e maestro della vita buona del Vangelo, sono un dono grande per il popolo cristiano.
Con questa solenne concelebrazione eucaristica, la nostra Chiesa intende perciò esprimere la propria riconoscenza al Signore per il tanto bene da Lei compiuto nelle visite pastorali alle singole parrocchie, nelle riunioni vicariali, nei ritiri mensili al Clero, nei consigli presbiterali e pastorali, nei frequenti incontri con i giovani, con vari gruppi e movimenti ecclesiali.
Con il suo magistero, in modo speciale con le quattro Lettere pastorali: “Discepoli del Signore” , “ Pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in voi”, “La speranza in noi. Chiamati a far fruttificare il dono ricevuto” e “ Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”, ha particolarmente sottolineato i temi della formazione e dell’educazione cristiana per tutte le stagioni della vita ed ha segnalato come “campi privilegiati di evangelizzazione”, nei quali spargere con abbondanza il fecondo e prezioso seme della Parola di Dio , il mondo dei giovani, delle famiglie, dei lavoratori, degli immigrati e della cultura.
Ha posto così solide basi perché la Diocesi possa sempre più acquisire i connotati di una “comunità in religioso ascolto della Parola di Dio”. Riallacciandosi al famoso detto di San Girolamo : “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”, Lei ha infatti proposto ogni anno la “lectio divina” di un libro biblico per far apprezzare la bellezza e la ricchezza spirituale derivanti da una approfondita conoscenza e da un’attenta meditazione della Sacra Scrittura.
Con i tre cicli di catechesi agli adulti sul “Credo”, sui “Segni sacramentali” e sul “Padre nostro”, Lei ha poi notevolmente spronato questa nostra Chiesa a divenire sia “una comunità orante”, capace di trovare, soprattutto nella lode al Signore, la sua gioia più profonda, sia una “comunità di grazia”, riconciliata e arricchita dal dono dei sacramenti, specialmente dall’eucarestia, culmine e fonte di tutta l’esistenza cristiana.
Nell’ultima Lettera pastorale: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi”, Lei lascia alla Diocesi, come significativa eredità , il grande compito di diventare non solo “una comunità di carità e di servizio”, pronta e capace, sulla scia del buon samaritano, a diagnosticare e curare le tante ferite dell’ uomo di oggi con l’olio della consolazione e il vino della speranza, ma anche, in perfetta sintonia con le indicazioni di Papa Francesco, “una comunità in uscita, missionaria, nella quale i sacerdoti, i religiosi e i laici, le diverse categorie di persone, i vari gruppi e movimenti ecclesiali diventino, di fronte alle tante sfide dell’odierna società secolarizzata , in uno sforzo di incarnazione della fede, veicoli di educazione dell’uomo in Cristo e testimoni credibili del Vangelo nelle “periferie esistenziali”.
Dal 2004 ad oggi la Diocesi ha attraversato e sta tuttora attraversando momenti e vicissitudini non certo facili : sul piano sociale,la crisi economica, la disoccupazione, l’immigrazione, i disastri causati dal maltempo hanno messo, e ancora oggi, mettono a dura prova non poche famiglie, il mondo del lavoro, la società intera.
Sul piano religioso, l’indifferenza e la scristianizzazione in atto pongono nuovi e seri problemi all’azione pastorale della stessa Chiesa. Lei, Eccellenza, non si è tirato indietro davanti a queste difficoltà, promuovendo iniziative di solidarietà, sensibilizzando e invitando parroci e operatori pastorali ad una premurosa attenzione alle necessità dei nuovi poveri e delle famiglie indigenti. Per quanto poi concerne l’allontanamento di molti dalla pratica religiosa, Lei ha insistentemente ricordato di presentare ai giovani e all’uomo di oggi “una proposta della Buona Notizia del Vangelo credibile, gioiosa, bella, accompagnata da quella di un cammino personale e comunitario di fede, che pur partendo dalle situazioni più disparate, permetta alle persone di crescere spiritualmente”.
Mentre le diciamo grazie, Eccellenza, per averci insegnato a leggere e guardare i segni dei tempi, felici o tristi che siano, alla luce della fede e della speranza cristiana,le formuliamo i nostri più fervidi auguri per la sua nuova missione di Pastore nella grande Diocesi di Pistoia. Le assicuriamo la nostra preghiera e il nostro affetto.
risuonano tuttora vere ed ammonitrici queste parole di San Leone Magno: “Non verecundae, sed ingratae mentis indicium est, beneficia tacere divina”.
Non è certamente segno di animo riservato, ma piuttosto indizio di animo ingrato, far passare sotto silenzio i benefici divini. E la comunità diocesana, convenuta questa sera nella Chiesa cattedrale per salutarla, non vuole dimenticare tali benefici, consapevole che la presenza e l’azione pastorale di un Vescovo, testimone qualificato dell’amore di Dio, araldo e maestro della vita buona del Vangelo, sono un dono grande per il popolo cristiano.
Con questa solenne concelebrazione eucaristica, la nostra Chiesa intende perciò esprimere la propria riconoscenza al Signore per il tanto bene da Lei compiuto nelle visite pastorali alle singole parrocchie, nelle riunioni vicariali, nei ritiri mensili al Clero, nei consigli presbiterali e pastorali, nei frequenti incontri con i giovani, con vari gruppi e movimenti ecclesiali.
Con il suo magistero, in modo speciale con le quattro Lettere pastorali: “Discepoli del Signore” , “ Pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in voi”, “La speranza in noi. Chiamati a far fruttificare il dono ricevuto” e “ Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”, ha particolarmente sottolineato i temi della formazione e dell’educazione cristiana per tutte le stagioni della vita ed ha segnalato come “campi privilegiati di evangelizzazione”, nei quali spargere con abbondanza il fecondo e prezioso seme della Parola di Dio , il mondo dei giovani, delle famiglie, dei lavoratori, degli immigrati e della cultura.
Ha posto così solide basi perché la Diocesi possa sempre più acquisire i connotati di una “comunità in religioso ascolto della Parola di Dio”. Riallacciandosi al famoso detto di San Girolamo : “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”, Lei ha infatti proposto ogni anno la “lectio divina” di un libro biblico per far apprezzare la bellezza e la ricchezza spirituale derivanti da una approfondita conoscenza e da un’attenta meditazione della Sacra Scrittura.
Con i tre cicli di catechesi agli adulti sul “Credo”, sui “Segni sacramentali” e sul “Padre nostro”, Lei ha poi notevolmente spronato questa nostra Chiesa a divenire sia “una comunità orante”, capace di trovare, soprattutto nella lode al Signore, la sua gioia più profonda, sia una “comunità di grazia”, riconciliata e arricchita dal dono dei sacramenti, specialmente dall’eucarestia, culmine e fonte di tutta l’esistenza cristiana.
Nell’ultima Lettera pastorale: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi”, Lei lascia alla Diocesi, come significativa eredità , il grande compito di diventare non solo “una comunità di carità e di servizio”, pronta e capace, sulla scia del buon samaritano, a diagnosticare e curare le tante ferite dell’ uomo di oggi con l’olio della consolazione e il vino della speranza, ma anche, in perfetta sintonia con le indicazioni di Papa Francesco, “una comunità in uscita, missionaria, nella quale i sacerdoti, i religiosi e i laici, le diverse categorie di persone, i vari gruppi e movimenti ecclesiali diventino, di fronte alle tante sfide dell’odierna società secolarizzata , in uno sforzo di incarnazione della fede, veicoli di educazione dell’uomo in Cristo e testimoni credibili del Vangelo nelle “periferie esistenziali”.
Dal 2004 ad oggi la Diocesi ha attraversato e sta tuttora attraversando momenti e vicissitudini non certo facili : sul piano sociale,la crisi economica, la disoccupazione, l’immigrazione, i disastri causati dal maltempo hanno messo, e ancora oggi, mettono a dura prova non poche famiglie, il mondo del lavoro, la società intera.
Sul piano religioso, l’indifferenza e la scristianizzazione in atto pongono nuovi e seri problemi all’azione pastorale della stessa Chiesa. Lei, Eccellenza, non si è tirato indietro davanti a queste difficoltà, promuovendo iniziative di solidarietà, sensibilizzando e invitando parroci e operatori pastorali ad una premurosa attenzione alle necessità dei nuovi poveri e delle famiglie indigenti. Per quanto poi concerne l’allontanamento di molti dalla pratica religiosa, Lei ha insistentemente ricordato di presentare ai giovani e all’uomo di oggi “una proposta della Buona Notizia del Vangelo credibile, gioiosa, bella, accompagnata da quella di un cammino personale e comunitario di fede, che pur partendo dalle situazioni più disparate, permetta alle persone di crescere spiritualmente”.
Mentre le diciamo grazie, Eccellenza, per averci insegnato a leggere e guardare i segni dei tempi, felici o tristi che siano, alla luce della fede e della speranza cristiana,le formuliamo i nostri più fervidi auguri per la sua nuova missione di Pastore nella grande Diocesi di Pistoia. Le assicuriamo la nostra preghiera e il nostro affetto.
Mons. Morello Morelli, Vicario Generale