Omelia per l’Epifania del Signore

San Miniato, chiesa Cattedrale, ore 11
06-01-2022

Lettera dei Magi…

 

“Arrivati finalmente…”! Siamo tornati a casa…

Abbiamo percorso una strada diversa dall’andata, non siamo tornati da qual re, Erode, che ci era parso all’inizio tanto interessato a trovare il re dei re, ma mica ci aveva convinto poi eh. Un tipo un po’ losco. Era interessato… forse troppo. E quindi non c’era da fidarsi. Melchiorre ci ha perfino detto che a lui un angelo di notte ha raccomandato di prendere un’altra strada… Sarà…!

Ne sono passati ormai di giorni da quando siamo ripartiti da Betlemme… eppure ci rimane nel cuore non solo lo sguardo di quel bimbo di nome Gesù, la dolcezza dei suoi occhi e anche gli sguardi stupidi e sereni dei genitori, Maria e Giuseppe (così ci pare si chiamassero), ma ci rimane nel cuore soprattutto una gioia, una pace… che non sappiamo spiegarci umanamente, se non per quello che abbiamo visto, o…, forse…, sentito.

E poi, sì, abbiamo portato a quel bimbo dei doni preziosi, oro, incenso, mirra, ma ci pare ora di essere tornati noi più ricchi e carichi di doni. E’ un po’ come sentirsi finalmente amati, accolti. Si, ecco, proprio così, ci siamo sentiti conosciuti, accolti, amati. Un bimbo appena nato… eppure già capace di regalare amore. Ecco il dono che ci è stato dato: sentirci amati. E forse è proprio questo il segreto e la sorgente, la fonte della gioia e della pace che abbiamo nel cuore: l’amore.

Ma, cari amici sanminiatesi, volevamo scrivervi questa lettera non solo per raccontarvi l’avventura straordinaria che abbiamo vissuto andando fino a Beltemme e anche quello che proviamo ancora adesso nel nostro cuore e nella nostra vita, ma vi scriviamo soprattutto perché c’è una cosa che vogliamo dirvi, farvi sapere, che vorremmo suggerirvi e che noi abbiamo capito.

Vedete…, noi abbiamo guardato il cielo, abbiamo visto la stella e quella luce nel cielo così straordinaria ci ha guidato e anche quando l’avevamo un po’ persa e ci siamo smarrivi, come al nostro arrivo a Gerusalemme, da Erode, abbiamo ritrovato sempre la strada giusta alzando lo sguardo al cielo e cercando quella stella, quella luce.

Abbiamo capito che quella stella era come una parola, forse di Dio, che ci guidava. Anzi, era proprio Dio che ci guidava con quella luce. Ma occorreva alzare il volto e lo sguardo al cielo.

Allora, cari amici, guardate il cielo!

Cerchi la felicità, la gioia? Vuoi condividere i tuoi progetti e avere vicino le persone che ti vogliono bene? Guarda il cielo, cerca la stella.

Hai a cuore la tua famiglia, i nostri ragazzi, i giovani e i nipoti? Oppure ci sono ferite che rendono più difficile amarsi e volersi bene nella tua famiglia? Guarda il cielo, cerca la stella.

Senti forse notizie di violenze, di ingiustizie o i rumori assordanti della guerra o da lontano le grida dei migranti che bussano alle porte di una Europa diventata incapace di ascoltare? Guarda il cielo, cerca la stella.

Hai timori per il lavoro, per il futuro? Hai difficoltà economiche, esperienza di fallimenti? Guarda il cielo, cerca la stella.

Ci troviamo spettatori del disastro che l’umanità sta facendo su questa terra, ferendo e distruggendo la bellezza della natura e della creazione, il tesoro del nostro pianeta azzurro? Guarda il cielo, cerca la stella.

Sei turbato e preoccupato per la pandemia, e per le malattie e la tua salute? Guarda il cielo, cerca la stella.

E voi ragazzi, voi che potete regalarci la gioia e più di tutti noi grandi siete capaci di guardare il cielo unitevi al nostro invito che dice a tutti: Guarda il cielo, cerca la stella.

Amici, amico, amica che siete in duomo per l’Epifania, chierichetti, ragazzi, suore e famiglie, tutti voi…: guardate il cielo e cercate la stella.

Ma cosa vuol dire? Come si fa, ci chiederete?

Semplice… Nella vita, nella tua vita, quando ti sembra che ci sia l’ombra e il buio, la tristezza e la paura o la fatica e la delusione, ma anche quando vivi una qualche tua riuscita e felicità, apri l’orizzonte del tuo sguardo, alza il volto verso l’alto, cerca la vita oltre la tua esperienza, cerca quel cielo che è l’amore, la bellezza di amare e la scoperta del bene, e vedrai la luce che parla proprio a te, ti guida, ti conforta e consola, ti incoraggia, ti guida.

Non chiuderti nei tuoi pensieri, ma apri lo sguardo agli orizzonti di luce e alle tracce del bene che accompagnano la tua vita e quella di chi ti è accanto. Così si guarda il cielo. Alza il capo al cielo e scopri che c’è la luce, c’è la stella e ora ti può illuminare.

E tu, seguila. Ti porterà a Betlemme. Ti condurrà a vedere anche tu Dio in mezzo a noi, Dio fatto bambino.

La luce ti farà percepire nella semplicità e nella fragilità della tua vita, come è il respiro di quel bimbo, che Dio è lì per te e ti regala la vita, ti regala l’amore, ti regala l’avventura di amare e insieme pace e gioia.

Alza lo sguardo, cerca Dio, cerca l’amore… E giungendo a Betlemme potremo scoprire che si troverà questo Dio ora abbassando lo sguardo, per vederlo in quel bimbo di nome Gesù e per sentirlo proprio vicino a te, accanto alla tua vita. Alza lo sguardo al cielo e poi abbassandolo troverai Dio, che è l’Amore, accanto a te, con uno sguardo nuovo anche sulla tua vita e il tuo cammino.

Amici…, ora dobbiamo lasciarvi e dobbiamo chiudere questa lettera che spero vi arrivi in tempo per l’Epifania.

Non possiamo che augurarvi ora buona Epifania… e se per caso guardando il cielo e cercando la stella vedrete anche la Befana che arriva, e spesso vien di notte, salutatela anche per noi.

E’ anche lei una viandante che porta doni. E’ così e guardando il cielo e cercando la stella chissà che non passi proprio lei e porti i doni ai più piccoli, ai più poveri, a tutti voi.

Forse arriva anche lei da Betlemme e se ha visto come noi quel bimbo di nome Gesù vi porterà anche lei il dono più bello: l’amore.