Omelia per l’ingresso di Padre Locatelli a Cerreto Guidi

Cerreto Guidi, arcipretura di San Leonardo
07-12-2019

 

L’itinerario dell’Avvento ci accompagna al Natale in compagnia di alcuni personaggi biblici che ci ricordano l’appello ad accogliere il Signore, a farci incontrare da Lui.

Oggi la liturgia della Immacolata Concezione di Maria ci regala di incontrare la Madre del Signore, la Madre di Dio, del Messia Gesù, il Cristo e con lei siamo aiutati a chiedere che il Signore venga, che lo si possa davvero incontrare e che ci possa visitare con la sua presenza e con il dono della pace.

I volti della Scrittura ci accompagnano dunque in questo tempo e con loro anche i volti della nostra vita.

Possiamo guardarci attorno e riconoscere i volti, riconoscere coloro con i quali la vita ci regala di camminare e diventano per noi il riflesso della cura e dell’amore di Dio. Guardatevi pure vicino a voi. Chi c’è? Quale volto? Quali storie? Quali legami? Con questi volti il Signore ti accompagna, si fa vicino, è Natale.

Sappiamo come Cerreto è una comunità viva, con tante associazioni, iniziative, progetti. E’ questa la bella comunità che è la Chiesa, che vive e che è viva e che da oggi continua il suo cammino di bene e di fecondità, di ricchezza e di coinvolgimento di tanti. E’ nella cornice di questa bella comunità che saluto le autorità presenti, il sindaco, le autorità militari, le varie associazioni.

Già la comunità ha ringraziato don Donato che con il suo volto ha guidato per tanti anni Cerreto.

Oggi viviamo con gioia l’accoglienza di p. Alessandro Locatelli, dei padri Betharramiti, che entra in mezzo a voi come nuovo parroco. E’ un volto che si dovrà imparare a riconoscere, che si accoglie con fiducia e con curiosità, con la fatica magari di un distacco da chi c’era, un distacco che è stato un po’ doloroso, ma insieme con tante aspettative, promessa di vita di cui la novità è sempre portatrice. P. Alessandro viene da una sperimentata esperienza pastorale che lo ha visto parroco di una grande parrocchia del pistoiese e poi prete in Inghilterra, insieme all’anno passato a Santa Croce e per il quale ringrazio tutti i santacrocesi che l’hanno accolto, apprezzato tanto e oggi lo accompagnano. Egli ci porterà questa esperienza di vita e di prete. E’ un volto nuovo che è inviato alla comunità dal Vescovo e comincia a fare strada con voi, verso il natale, verso l’incontro con il Signore che viene, nel cammino della vita. Grazie padre Alessandro per la tua disponibilità. Grazie ai superiori della comunità dei betharramiti che hanno approvato e consentito questo progetto; grazie per la presenza dei vostri padri nella nostra diocesi. Altri volti accompagnano don Alessandro: quelli della famiglia, degli amici, di chi gli è vicino. A tutti il mio saluto cordiale.

Con p. Alessandro oggi accogliamo anche don Marco Casalini che sarà con voi nel servizio pastorale dei fine settimana. Anche a don Marco il mio grazie e l’augurio di un cammino di dono e anche di arricchimento con l’avventura bella della comunità di Cerreto.

Tante parole accompagnano momenti come questo. Tante parole di saluto, di augurio, di benedizione, di speranza… Tante parole sono corse in questi mesi, anche recentemente. Ora è bene dare spazio alla Parola di Dio, la Parola del Signore per noi che abbiamo ascoltato nella Scrittura e che bene illumina i passi della vita della comunità.

La pagina del vangelo ci presenta il quadro della annunciazione. Maria, ragazza credente nell’ebraismo, si vede stravolta la sua vita da un inatteso incontro: “l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea…, a una vergine… La vergine si chiamava Maria”, “disse: Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”.

L’incontro con Dio che avviene tramite Gabriele è per Maria chiamata decisiva nella sua vita, la prima delle chiamate che la accompagneranno, fin sotto la croce del figlio e poi nel cenacolo della Pentecoste.

La vicenda di Maria è narrazione delle chiamate di Dio, dell’affidarsi alla chiamata di Dio, del fidarsi di Lui. La chiamata diventa per Maria la vita.

E’ bello vedere le parole che accompagnano la chiamata: rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te; non temere Maria; concepirai un figlio; lo Spirito santo scenderà su di te; la potenza dell’altissimo ti coprirà con la sua ombra.

Sono parole di augurio che raccontano la profonda comunione e unità di Maria con Dio; mostrano la promessa di Dio di accompagnare la sua vicenda, la sua chiamata; sono augurio di una inattesa fecondità della vita, portatrice di bene per gli altri.

E questo incontro, questa chiamata apre la strada di un percorso nuovo per Maria: “Ecco la serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola”.

Anche per p. Alessandro oggi risuona una rinnovata chiamata. E’ la chiamata del tuo sacerdozio, del sì detto al Signore che ti ha chiamato a seguirlo e anche oggi si rinnova il tuo sì, il tuo avvenga per me secondo la tua parola.

Caro p. Alessandro senti risuonare per te oggi le parole dell’angelo: pieno della grazia di Dio, del suo amore, chiamato all’incontro con Lui; guidato dalla forza dello Spirito di Dio, con la promessa che il Signore camminerà con te; rinnovato nell’augurio di una vita feconda, di una vita portatrice di bene per chi ti viene affidato.

E una chiamata nuova risuona anche per Cerreto. E’ chiamata provvidenziale, buona, chiamata a rinnovare il cammino, a ricollocarsi con decisione dietro al Signore Gesù, l’unico Maestro, l’unico indispensabile nella comunità. Anche Cerreto in questa nuova chiamata può dire come Maria: “Avvenga per me secondo la tua parola”.

Nella prima lettura risuona una domanda di Dio dopo che l’uomo, Adamo, con la donna, Eva, ascoltando la voce del serpente, disobbediscono alla volontà di Dio: “Adamo, dove sei?”. E’ la domanda di un Dio che cerca l’uomo, che esce nel giardino per ritrovare la sua creatura e per iniziare di nuovo a raccontare il suo progetto, la sua provvidenza, il bene che Lui vuole e pensa per la vita. Nella vicenda di Adamo ed Eva, nella vicenda della vita Dio è colui che esce per cercare…

E’ così nella nostra vita. Tante situazioni ci appartengono. Ci sono storie di bene e di generosità tra di noi, ci sono anche vicende che sono segno e memoria talvolta di un dolore nella vita, di una sofferenza, oppure di delusione, di sbagli di cui poi ci si è pentiti, ma sembra di non poter più tornare indietro… Nelle varie vicende della nostra vita, nella esperienza di vita che è la vostra, carissimi, Dio vi cerca, Lui fa il primo passo e vi viene incontro e vi chiede: “Dove sei?”. E’ la domanda che cerca di raggiungere il cuore, che aiuta a pensare al proprio cammino, a ritrovarsi amati, perdonati, rimessi in cammino, riaperti agli orizzonti di speranza.

Ma come sentire questa voce di Dio che proprio a noi, proprio a te chiede: “Dove sei?”. E così cerca anche chi non frequenta la chiesa, chi si sente lontano, chi è di altra religione, chi pensa di fare a meno di Dio… “Dove sei?”.

Caro p. Alessandro dovrai tu portare questa domanda nella vita della comunità e della gente: “Dove sei?”. Incontrerai i malati, chi ha peccato, chi è solo, chi si separa dalla famiglia, chi perde il lavoro, chi porta in cuore tanti progetti, chi è stato toccato da un lieto evento, chi accoglie la vita nascente… e per tutti dovrai far risuonare la domanda: “Dove sei?”. E’ la domanda che a ciascuno dovrà portare la parola di Dio che consegna l’amare, è la domanda con cui potrai cercare la gente, incontrarla, diventare uno di loro, condividere la strada…

E anche a te, caro p. Alessandro, Dio dice oggi: “Dove sei?”. Cosa c’è nel tuo cuore? Cosa ti aspetti? E c’è Lui che ti cerca e ti ricorda: “Non ti lascio solo, io sarò con te”.

E’ così che l’intervento di Dio verso l’uomo e la donna non ha carattere punitivo, ma di “ricreazione”, è il cammino che devono fare per tornare a sentirsi, a scoprirsi amati da Dio. Così Dio ci dice che si prende cura di noi. Dio si prende cura della comunità di Cerreto e si prende cura anche di te, p. Alessandro.

La pagina di Paolo agli Efesini ci consegna un grande inno di lode: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo…”.

E’ la missione che viene affidata a p. Alessandro e a tutta la comunità: rendere lode a Dio, riconoscere la sua grandezza e la sua bontà, scoprire la sua opera buona in mezzo a noi.

E’ la lode che può essere cantata nella creatività delle associazioni di Cerreto, nell’avventura delle famiglie e dei più piccoli, nella sapienza degli anziani e anche nella sofferenza dei malati e di chi vive il dolore. “Benedetto Dio”.

  1. Alessandro potrai farti voce di tutta la comunità nel cantare questa benedizione. Soprattutto lo farai nella celebrazione della liturgia, nell’amministrare i sacramenti, nel suscitare l’opera bella della carità.

Ecco l’augurio che desidero fare a te, caro nuovo parroco, a don Marco e a tutta la comunità: lodate il Signore, siate comunità benedetta, condividete la grazia della lode liturgica.

Vorrei concludere con una bella preghiera di Paolo VI. Egli ci indica Gesù centro e cuore della comunità. Affidandoti con questo sguardo a Cristo alla custodia di Maria.

Tu ci sei necessario, Cristo, unico mediatore,

per entrare in comunione con Dio Padre

per diventare come te, unico Figlio,

suoi figli adottivi,

per essere rigenerati nello Spirito Santo.

Tu ci sei necessario, solo Verbo,

maestro delle verità recondite e indispensabili della vita,

per conoscere il nostro essere e il nostro destino,

e la via per conseguirlo.

Tu ci sei necessario, Redentore nostro,

per scoprire la nostra miseria morale e per guarirla;

per avere il concetto del bene e del male

e la speranza della santità;

per deplorare i nostri peccati

e averne il perdono.

Tu ci sei necessario,

fratello primogenito del genere umano,

per ritrovare le ragioni vere

della fraternità fra gli uomini,

i fondamenti della giustizia, i tesori della carità,

il bene sommo della pace.

Tu ci sei necessario, grande paziente dei nostri dolori,

per conoscere il senso della sofferenza

e dare ad essa un valore d’espiazione e di redenzione.

Tu ci sei necessario, o vincitore della morte,

per liberarci dalla disperazione e dalla negazione

e avere la certezza che non tradisce in eterno.

Tu ci sei necessario, Cristo, Signore, Dio con noi,

per imparare l’amore vero e camminare,

nella gioia e nella forza della tua carità,

sulla nostra via faticosa,

sino all’incontro finale

con te amato, con te atteso,

con te benedetto nei secoli. Amen