Omelia per le esequie di don Bruno Nuti

Ponsacco, chiesa propositura di San Giovanni evangelista
27-11-2021

 

Il cammino e l’avventura terrena di don Bruno Nuti si è conclusa negli ultimi giorni dell’anno liturgico, in prossimità dell’inizio dell’Avvento nel quale, anche in questa celebrazione funebre, iniziamo a muovere i primi passi.

Una avventura di vita che si chiude al termine dell’anno liturgico, quasi a indicare un cammino esistenziale che giunge alla meta, al traguardo, al punto più alto e decisivo che è la morte, ma che assume per questo non il valore di una parola che chiude una esistenza, ma un passaggio che diventa sintesi di un cammino che è ricco di senso.

E un passaggio, oggi al funerale di don Bruno, all’inizio dell’avvento, quasi a richiamare a tutti noi che la vita è attesa dell’incontro con il Signore che viene e che il giorno dell’incontro con lui è giorno di festa, giorno di vita piena, giorno di resurrezione.

Con questo sguardo di fede accompagniamo dunque don Bruno all’incontro con il Signore ed esprimo il cordoglio di tutti noi ai famigliare, alle comunità parrocchiali che ha servito e a chi gli è stato vicino fino alla fine, Alberto, alcuni amici e preti.

Nella morte don Bruno vive una tappa che è sintesi del suo cammino di uomo e di prete e che è incontro con il Signore risorto, il Signore della vita. Un senso di vita che cerchiamo di riassumere.

L’itinerario che porta oggi don Bruno all’incontro con il Signore è il cammino di 87 anni, di cui 62 da preti e come ultima tappa, prima del “ritiro” di Ponsacco, come parroco di Cevoli e Soiana.

Don Bruno ha avuto nella sua vita di uomo e di prete alcune passioni. La prima è stata quello dello studio. Venendolo a trovare qui a Ponsacco, tante volte insieme a don Morello, ricordava con lui gli anni in cui andavano a Roma per frequentare gli studi teologici, una attenzione, quella teologica, che non ha più abbandonato la vita di prete e di credente di don Bruno. Negli ultimi tempi, più faticosi, se gli si parlava di teologia si riaccendevano tanti interessi e coinvolgimento.

Una seconda passione era raccolta nella vita e nell’animo pastorale. La dedizione pastorale l’aveva sempre accompagnato e sostenuto, anzi era proprio per rendere efficace e vero l’impegno pastorale che egli si era dedicato anche allo studio. A lui si deve, proprio qui a Ponsacco, la nascita del gruppo scout. Solo la malattia poi è stata capace di privarlo di questo orizzonte di servizio pastorale. Forse non del tutto spento nel momento in cui, anche con me, chiedeva informazioni sul cammino della diocesi e anche su quello dei preti da lui conosciuti.

Una terza passione era stata quella dell’impegno di insegnante di religione. Era un tratto questo che richiamava in lui la dimensione dell’annuncio della proposta cristiana, in dialogo con i più giovani, quindi in un dialogo che sempre mette in discussione, e insieme rafforza nella gioia della buona notizia da portare agli altri.

Ecco dunque, don Bruno ci racconta oggi una vita davvero sacerdotale, una vita la cui passione è la passione del vangelo, una parola di bene accolta, ma soprattutto da approfondire, comprendere e annunciare.

Un insieme di passioni che hanno attraversato una personalità umana fatta di riservatezza, di poche parole, a tratti un po’ schivo, e insieme attento e generoso verso tutti.

Il vangelo sembra dipingere i toni, i tratti, i colori di questo incontro che nella morte si celebra come abbraccio del Padre che accoglie un proprio figlio nella dimora eterna.

C’è una promessa che accompagna le parole del vangelo e che troviamo al termine di questo brano che dice come l’avventura che si vive ci accompagna a “comparire davanti al figlio dell’Uomo”.

E’ questa la promessa che accompagna il cammino di ogni uomo e che pensiamo anche del cammino di don Bruno: ci è promesso che incontreremo il Signore, che Lui ci viene incontro e che l’abbraccio che potremo avere con Lui è un abbraccio di vita, di eternità, un abbraccio di pace e di bene, un abbraccio di amore.

Proprio questo abbraccio del Signore misericordioso ora illumina tutta la vita di don Bruno e mostra nel suo cammino le tracce della fedeltà di Dio, del suo amore, del suo volto che don Bruno ha ricercato nello studio e nella dedizione pastorale.

Oggi don Bruno ha la soddisfazione teologica più grande mai sperimentata: vedere Dio faccia a faccia, comparire davanti al Figlio dell’Uomo. Che significa la vita, significa vivere.

Questa promessa però nella vita terrena si presenta come attesa, come esigenza di vigilanza.

E’ così che il vangelo richiama i tratti apocalittici di un’epoca che finisce e invita alla vigilanza (“state attenti a voi stessi”), perché anche il tempo presente, con tutte le sue contraddizioni e le sue fatiche, che anche don Bruno ben conosceva e spesso le rammentava, è il tempo in cui “vedranno il figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria”.

Si tratta dunque di vedere le tracce del Verbo, del Dio vivente in mezzo al noi, del Signore che viene. Si tratta di vedere le sue tracce, i segni di una promessa e di condurvi i nostri fratelli e sorelle a vivere questa avventura verso l’incontro con il Signore.

La vita sacerdotale di don Bruno è stato tempo di attesa, anche gli ultimi anni a casa, qui a Ponsacco. Tempo di attesa. Che non significa un tempo vuoto e senza senso, ma un tempo in cui cogliere, meditare, comprendere le tracce della presenza di Dio e del farsi vicino di Gesù. E’ lo spirito con cui si colgono i segni dell’amore, perché è solo nei segni dell’amore che il Signore si rivela, vicino e veniente.

Don Bruno ha cercato nella vita i segni del Signore che viene, è stato vigilante nell’attesa e, da pastore, li ha indicati a tanti, amministrando la grazia di Dio e l’annuncio della sua parola.

Il funerale di don Bruno per tutti noi oggi allora è parola di Avvento.

Celebriamo il compiersi della promessa del Signore che annuncia il suo venire, il suo farsi vicino, una promessa che don Bruno ha vissuto nella vigilanza e nella dedizione pastorale. E celebriamo oggi la gioia di quell’incontro con il Signore risorto che è vita, per tutti noi e per don Bruno in questo passaggio definitivo che è la morte.

In questa parola di Avvento che stiamo celebrando la testimonianza di vita di don Bruno per tutti noi sia richiamo di attesa e di vigilanza, un tempo in cui potrà crescere per tutti noi il desiderio di incontrare il Signore che viene e che anche per noi sarà vita e risurrezione.