Omelia per l’Ordinazione Diaconale di Pasquale Fuzio

San Romano , Santuario della Madre della Divina Grazia
23-01-2022

 

Carissimo Pasquale, l’ordinazione diaconale che oggi ricevi in dono e per fare della tua vita un dono ancora più grande, trova nel tuo cammino esistenziale un terreno particolarmente fecondo.

E’ un terreno in cui sono maturate buone qualità umane, quali la generosità, la cordialità e la gentilezza, l’umiltà; è un terreno fecondato dall’amore che ti lega a tua moglie, che salutiamo e ringraziamo oggi, e che si è arricchito di figli e nipoti a cui hai regalato una educazione attenta a valori cristiani e di umanità; è un terreno segnato dalla spiritualità francescana che qui a San Romano ha trovato particolare espressione e che vivi all’interno dell’Ordine secolare francescano che certamente potrà ispirare lo stile del tuo essere diacono, servitore dei fratelli e delle sorelle, specialmente più bisognosi.

Grazie a questa esperienza di vita già vivevi aspetti del ministero diaconale che oggi, con l’ordinazione nel sacramento dell’Ordine, trova nuova pienezza e fondamento nella Grazia del Signore.

Rendiamo dunque lode a Dio insieme a te, Pasquale.

Le letture illuminano la celebrazione del diaconato e accompagnano anche la particolare domenica che stiamo vivendo, domenica della Parola e all’interno della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Troviamo come un portale di ingresso da cui accedere al dono del Signore.

Un primo stipite di questo portale ci è dato dalla prima parte della pericope evangelica.

Ci viene detto cosa è il vangelo: esso è il libro in cui viene raccontata la testimonianza di coloro che furono testimoni oculari del Signore Gesù. E proprio lui, il Signore ci viene presentato: “Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode”.

Siamo invitati allora ad accogliere la testimonianza su Gesù, a guardare a Lui, a incontrare Lui. E’ il primo passo per te, Pasquale, per accogliere il diaconato: si tratta di fissare lo sguardo su Gesù e mettersi in ascolto, vivere una vera, sincera sequela.

Un secondo stipite del portale di ingresso ci è indicato nella seconda lettura di Paolo corinzi. L’Apostolo parla delle varie parti del corpo, necessarie tutte per la pienezza della vita, per concludere con il resoconto dei vari ministeri nella comunità: apostoli, profeti, maestri, guaritori, pastori… Ecco: ci viene detto che ciascuno di noi ha un proprio posto, un proprio compito e dono da vivere nella comunità. E tu hai scoperto quale sia il tuo? Sembra che Pasquale l’abbia compreso: diventare, essere diacono nella comunità sarà il tuo modo di parteciparvi e renderla viva.

Ecco il portale di ingresso: con lo sguardo fisso su Gesù e vivendo il proprio servizio come il proprio modo di vivere la comunità.

Siamo ora entrati, il portale di ingresso ci ha introdotto per accedere al dono della Grazia di Dio e dei suoi doni e ministeri, il dono del diaconato questa sera.

Così la Parola di Dio ci regala alcuni accenti che fanno vibrare per te, Pasquale, e per tutti noi la grazia di Dio che scende, ci trasforma e ci rinnova.

La pagina di Neemia bene illumina oggi la giornata della Parola di Dio.

Ritroviamo due dinamiche presenti nella comunità e nella celebrazione che viene qui narrata. La prima azione è leggere il libro della legge: “In quei giorni il sacerdote Esdra porto la legge davanti all’assemblea… Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta della Acque dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno”. C’è il libro della legge e se ne deve dare lettura nella comunità. Ed è una lettura abbondante, continua, quasi un fiume che bagna e irrora ogni cosa.

E poi il secondo movimento di questa lettura, l’ascolto: “tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge”. La vita di fede della comunità che si ritrova e riprende a vivere dopo la dispersione è raccontato nell’atteggiamento dell’ascolto della Parola.

E’ una sublime descrizione di cosa significhi vivere la Giornata della Parola: siamo esortati a pronunciarla, a raccontarla e proclamarla, a diffondere la Parola di Dio. E insieme siamo chiamati ad ascoltarla, a farla diventare nutrimento per noi e per la vita della comunità.

E poi c’è il pianto della gente: è un segno bello che dice che la Parola ha raggiunto il cuore e quindi è una Parola che tocca, che cambia davvero la vita.

Celebrare la giornata della Parola è un invito a riscoprire nella comunità questi movimento attorno alla Parola di Dio.

Per Pasquale questo indica un compito essenziale del diacono: essere davvero annunciatore della Parola. Per farlo devi prima diventarne ascoltatore assiduo, attento, orante. E poi la potrai portare e proclamare. E ti auguro che questo accada non solo nella liturgia, ma che il tuo vivere e incontrare gli altri sia occasione per portare parole che sono parola di Dio.

La seconda lettura richiama il tema ecumenico: la preghiera per l’unità dei cristiani.

Molte sono le membra del corpo, anche differenti tra loro eppure necessarie e coordinate e nella diversità di ministeri va riconosciuto un dono della comunità. Che si forse questo anche un percorso per camminare verso l’unità di tutti i cristiani? Vedere nei fratelli credenti in Cristo di altre comunità non la differenza che ci separa gli uni dagli altri, ma la varietà dei doni che ci arricchisce reciprocamente. Allora l’unità non sarà un convenire tutti nella nostra Chiesa, ma riconoscere e rispettare le diversità accogliendole come ricchezza reciproca.

Il diacono è chiamato ad essere artefice di unità. Caro Pasquale ti è chiesto e ti è donato di essere strumento di riconciliazione, presenza che crea amicizia e cordialità, fratello che promuove legami e accoglienza reciproca. Diventi diacono oggi… quindi sii diacono ecumenico.

E poi il vangelo ci riporta il discorso di Gesù nella sinagoga di Nazaret. Gesù, alla luce dello Spirito di Dio che è sopra di Lui, annuncia il suo programma: portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista, rimettere in libertà gli oppressi, proclamare l’anno di grazia del Signore”. Tutto questo diventerà la vita buona, bella e felice di Gesù e insieme anticipo del crocifisso.

E il tuo programma di diaconato Pasquale? Ti è chiesto di vivere un servizio particolare a Ponte a Egola e poi quello che la provvidenza indicherà. Ma il programma più completo è questo indicato dal vangelo: dovrai diventare portatore di una buona notizia che sia liberazione per chi è in vario modo schiavo e che sia promozione umana per chi è nella povertà e nel limite. E’ il programma della carità, fino al dono della vita.

Vai Pasquale, mettiti in cammino, prendi con te la Parola e non stancarti di essere fraternamente, ecumenicamente portatore di carità e di pace.

Ah, non andare da solo! Ci sono altri fratelli diaconi con te, c’è una comunità con cui camminare, c’è il Signore che ti ha chiamato e ti dice che ti vuole bene e cammina con te.