Giornata diocesana celebrata domenica 6 febbraio a San Miniato

Vita consacrata: la festa della gioia

La Redazione

Domenica scorsa, 6 febbraio, si è celebrata la giornata della Vita Consacrata. Il vescovo Andrea ha presieduto una Messa solenne nella chiesa di San Domenico a San Miniato, presenti il vicario generale monsignor Roberto Pacini, l’incaricato diocesano per la vita consacrata don Antonio Velotto, il diacono Pasquale Fuzio e numerosi religiosi e religiose operanti nella nostra Chiesa locale.

Nella sua omelia monsignor Migliavacca ha enucleato dalle letture liturgiche tre dimensioni proprie della vita religiosa ma che ci aiutano a scoprire qualcosa dell’esperienza della Chiesa tutta. Prima dimensione: la vocazione. A partire dalla risposta del profeta Isaia: «Eccomi, manda me», il presule ha sottolineato come la risposta generosa alla chiamata di Dio sia all’origine del cammino della vita consacrata. Ma questa chiamata è permanente, e dev’essere vissuta dai religiosi ogni giorno, ogni momento. Seconda dimensione: la missione. L’annuncio a cui fa riferimento Paolo nella seconda lettura rimanda proprio a questo.

Ricordando la diversità dei servizi chiesti ai religiosi nel vivere il loro carisma – vita pastorale in parrocchia, catechesi, assistenza agli anziani, accoglienza dei più piccoli, attenzione alla vita di altri consacrati – il vescovo ha notato come tutto questo rientri nella logica della missione. Non si tratta tanto di fare delle cose, ma di vivere l’annuncio del vangelo nei luoghi e nelle forme richiesti. La missione, inoltre, richiede di saper mettersi in ascolto della voce dello Spirito, come è avvenuto nel rinnovamento post[1]conciliare degli statuti delle congregazioni religiose, per ritrovare l’originalità e la novità nell’oggi del proprio carisma. Terza dimensione: la condivisione. L’invito che Gesù rivolge a Pietro nel vangelo, «Non temere, d’ora in avanti sarai pescatore di uomini», non è tanto un invito a partire per convertire altri. Essere pescatori di uomini significa vivere in pienezza l’esperienza dell’umanità, essere compagni di umanità, con tutti i nostri fratelli e sorelle, di differente origine, religione, orientamento… Oggi la vita religiosa deve caratterizzarsi per capacità di accogliere, delicatezza del tratto, l’attenzione all’ascolto, la cordialità, la vita di carità. Tutto questo nel quadro di una Chiesa «esperta in umanità» (Paolo VI).

Questa, dunque, la profezia della vita consacrata, riassunta nelle tre dimensioni della chiamata, della missione e della condivisione. Una profezia che possiamo vivere – ha concluso il vescovo – se lasciamo salire Dio sulla barca della nostra esistenza, affinché la riempia e la renda feconda e bella.