19 settembre giornata delle offerte per il sostentamento ai sacerdoti

Uniti nel dono per il bene di tutti

di Riccardo Bastianelli*

Come nuovo referente del Sovvenire per la nostra diocesi, mi sento di condividere alcune riflessioni su questo delicato e importante argomento, in occasione dell’approssimarsi della domenica 19 settembre, Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, appuntamento annuale di sensibilizzazione, celebrato in tutte le 26 mila parrocchie italiane.

Naturalmente le offerte possono essere fatte durante l’intero anno, anche se, solitamente, il periodo più proficuo è proprio novembre/dicembre.

Luogo comune è pensare che si parli di cifre proibitive, difficili da sostenere in periodo di crisi. No, in realtà, se ciascuno desse l’equivalente di un caffé a settimana (4 euro al mese) e quindi versasse 45 euro l’anno, avremmo raggiunto un importante obiettivo.

Diverse sono le forme utilizzate che nella Storia hanno provveduto al sostentamento della Chiesa, sia per le sue opere che per i suoi ministri (clero).

Un significativo cambiamento è avvenuto con il nuovo Concordato Stato-Chiesa del 1984 che, tra l’altro, ha raccolto le istanze sia della nuova Costituzione che gli stimoli del Concilio Vaticano II.

Nel ribadire il principio cristiano (ereditato dalle prime comunità cristiane e dal Nuovo Testamento) che è la comunità dei fedeli a provvedere al proprio sacerdote, sostanzialmente le necessità della chiesa sono sostenute da tre modalità/fondamenti che mirano a garantire una sostanziale perequazione tra tutti i sacerdoti indipendentemente da dove sono assegnati:

  • Offerte libere dei fedeli: la generosità dei fedeli, soprattutto dei poveri, contribuisce alle varie necessità (questa forma c’è sempre stata, sin dall’inizio e nel corso dei secoli).
  • Invece il sistema beneficiale, la “congrua” per i sacerdoti, dopo la riforma del Concordato del 1984, sono stati sostituiti da due modalità decisamente più perequative:
    • Offerte deducibili: sono indirizzate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e sono destinate esclusivamente ai 33.000 sacerdoti che svolgono il proprio ministero per la propria diocesi. Lo Stato consente di dedurre la somma offerta, dal proprio reddito al momento della dichiarazione dei redditi annuale.
    • Otto per mille: è la quota dell’intero gettito dell’IRPEF che lo Stato mette a disposizione, tra l’altro, per scopi “religiosi e caritativi”; infatti, in base alla legge 222/1985, la Chiesa Cattolica deve utilizzare i fondi che le vengono assegnati dallo Stato per tre finalità: culto, clero e carità (in Italia e nel Terzo Mondo). La parte destinata al sostentamento del Clero avrebbe dovuto rappresentare una forma integrativa rispetto alle offerte deducibili/liberali che, come abbiamo detto, sono la prima importante forma di partecipazione. In realtà la copertura del costo del clero, mediamente a livello nazionale, è pari al 67.6 % circa (ciò vuol dire che in alcune regioni il valore è ancora più alto). Questo è un problema, perché vista la suddivisione in tre parti (culto, clero e carità), maggiore è il ricorso all’otto per mille per il sostentamento Clero, minore sarà la quota disponibile per il culto e la carità. Ciò significa che se per motivi economico-sociali dovessero intervenire alcune variabili:
      • se il costo del Clero rimane stabile o peggio aumenta;
      • se l’apporto delle offerte dovesse diminuire ulteriormente e quindi aumentasse il ricorso all’otto per mille ma, per motivi economico/finanziari diminuisse la base del gettito IRPEF, la Chiesa prenderebbe meno contributi e a rimetterci sarebbero il culto e la carità. Le diocesi con tutti i suoi apparati (parrocchie comprese) faticherebbero ad andare avanti.

Per questo è fondamentale il contributo che può venire dalle offerte deducibili; infatti ogni offerta contribuisce ad aumentare la disponibilità di fondi otto per mille a favore del culto e della carità. Se durante il periodo della pandemia la Chiesa ha potuto concretamente aiutare: i bisognosi, le strutture sanitarie, le famiglie e le parrocchie che si sono trovate in difficoltà a seguito del prolungato periodo di semi chiusura, ciò si è potuto realizzare grazie al fatto che c’era una disponibilità di fondi otto per mille (220 milioni di euro) che è stato possibile finalizzare a detto scopo.

Ma se le firme e i fondi diminuiscono, in futuro sarà ben difficile svolgere una efficace azione caritativa.

In occasione della prossima Giornata Nazionale delle Offerte per il sostentamento del clero diocesano del 19 settembre sarà mia cura distribuire nei vari vicariati alcuni pieghevoli contenenti spiegazioni più esaurienti e complete, oltre ai bollettini postali che potranno essere utilizzati per le vostre offerte.

Il nome attribuito quest’anno alle offerte è «Uniti nel dono», per mettere in evidenza il principio di reciprocità e condivisione che rende forti le comunità parrocchiali e il valore della comunità stretta intorno al proprio parroco. Ripeto che, se non si può fare di più, bastano anche soli 20 euro all’anno per rendersi partecipi del sostentamento dei nostri sacerdoti, anche quelli delle parrocchie più povere, e per dare linfa ai progetti di carità a favore dei bisognosi.

 

*Resp. diocesano del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica


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