GIUBILEO DELLA DIOCESI - I NOSTRI 400 ANNI - LE DONNE

Una «Storia minore» da scoprire, indagare e valorizzare

di Andrea Mancini

La storia delle donne fino all’800 praticamente non esiste. Eppure la nostra diocesi offre tante vicende di laiche, monache e sante da riscoprire, valorizzare e far conoscere.


Nella Storia antica, almeno fino all’800, a parte rari casi, mancano donne che abbiano un qualche nome, questo persino nei vangeli, che invece raccontano una vera e propria rivoluzione, nelle parole e nei gesti del Salvatore. Gesù diede infatti credito e voce a molte rappresentanti del sesso femminile, chiamandole – insieme alle sole figure angeliche – come sue proprie rappresentanti. Sono infatti le donne, le sole che gli rimangono accanto, subito dopo la Crocifissione e che divengono le prime testimoni della sua Resurrezione.

Anche qui però, non tutte le donne hanno un nome, ed è proprio questo che vorremmo intanto notare: la maggior parte delle figure femminili restano anonime. C’è la donna “impura”, affetta da emorragia, con la fede che stupisce; la donna pagana – sirofenicia -, ferma nella disperazione per la figlia; poi c’è una peccatrice anonima che diventa esempio; e ancora la samaritana del pozzo, con cui Gesù stabilisce un formidabile rapporto. Insomma anche nei vangeli le donne sono spesso anonime, anche se appunto hanno una loro importanza.

Ben lo si legge in un articolo di Giulia Taddei, pubblicato sul numero pasquale della Domenica, lì dove c’è anche un altro interessante pezzo su un tema in fondo analogo, che parla del nostro territorio e di anni più recenti. Ci riferiamo all’articolo di don Francesco Ricciarelli intorno alla Confraternita dei Bianchi e alla pieve di Cigoli. È il 1399, c’è in giro la peste e i Bianchi si muovono per l’Italia seguendo le visioni di alcune “veggenti”. In particolare un cronista lucchese ci parla di una piccola contadinella della Valdelsa e poi di una donna della Valdera, tutte e due appunto senza nome; così come senza nome – solo un patronimico: Donna De’ Mainardi – sarà un’altra figura, che nel 1451, sul torrente Roglio, anch’esso affluente dell’Era, incontra quella Madonna, già venerata a Cigoli. Donne anonime che danno grande credito al culto di Maria che fino dal Medioevo ha coinvolto questa abbazia.

Insomma, la storia delle donne fino all’800 praticamente non esiste, sebbene ci siano tracce consistenti anche nel passato più remoto. Si tratta, in questo caso, di una vicenda in genere non autonoma, ma incistata in quella degli uomini, che occorre “snidare” dalla storia maschile. C’è, presso l’Archivio di Stato di Firenze, un’importante associazione per la memoria e la scrittura della donne intitolata ad Alessandra Contini Bonacossi.

Questa associazione ha fatto moltissimo per restituirci almeno una parte di questa sorta di storia negata. Ci piace segnalare – a queste formidabili ricercatrici – l’importanza degli archivi legati alla nostra Chiesa sanminiatese, sia per i processi che ebbero come protagoniste le donne (e di cui almeno a San Miniato si ha un’importante assoluzione, per la strega Gostanza da Libbiano), sia per la presenza di numerosi conventi femminili.

Ci sono ad esempio, nel solo centro storico di San Miniato, ben quattro di queste confraternite di donne, ben due per le suore clarisse, una interna alle mura (quella di San Paolo in Pancole), una esterna (quella di Santa Chiara), alle quali vanno aggiunti il monastero della SS. Trinità fondato alla fine del ‘500 da Ortensia e Ippolita, sorelle di Michele Mercati, nella zona oggi delle scuole, allora della prigione delle Stinche e del palazzo comunale; poi l’altro, della SS. Annunziata, nella zona che si chiama ancora “del Convento”, davanti alla chiesa di San Martino. Di tutti questi conventi, esistono documenti di grande interesse, con le moltissime monache, che negli anni si sono succedute, e con i loro nomi, di donne senza dubbio da riscoprire. Soprattutto per il loro cognome, già di notevole valore storico, come quello dei Portigiani, dei Roffia, dei Grifoni e appunto dei Buonaparte.

Proprio di queste donne Buonaparte vorremmo tornare a parlare, approfittando della ricorrenza del 5 maggio 2021, esattamente duecento anni dalla morte di Napoleone, certo il più importante discendente della nobile famiglia sanminiatese.

Immagine a corredo dell’articolo: «Le pie donne», scuola genovese del XVI secolo. Fonte: Asta dipinti antichi. Associazione nazionale. Case d’Asta italiane.