Domenica 23 Gennaio a San Romano

Un nuovo diacono per la nostra diocesi

L'omelia del Vescovo Andrea e le foto dell'ordinazione

Pasquale Fuzio, 66 anni della parrocchia di San Romano, padre e nonno, ha nel suo passato un trascorso in Marina militare come specialista di elicotteri; è stato ordinato diacono nella sua parrocchia domenica 23 gennaio, alle ore 15,30, dal vescovo Andrea. Al seguente Link l’omelia del Vescovo:

» Omelia per l’Ordinazione Diaconale di Pasquale Fuzio

A seguire l’intervista di Francesco Fisoni al nuovo dicaono.

 

Pasquale Fuzio, 66 anni, originario di Andria in Puglia, vive da molti anni a San Romano con la moglie Anna, ha due figli adulti e da un’anno è anche nonno. Questa domenica 23 gennaio (giornata in cui si celebra tra l’altro la “Domenica della Parola”) è stato ordinato diacono dal vescovo Andrea nella sua chiesa parrocchiale, il santuario della “Madre della divina grazia”. Pasquale che ha anche un trascorso come sottufficiale specialista di elicotteri in Marina Militare, da tanti anni è impegnato nella locale Misericordia, come volontario Caritas e catechista. Siamo andati a conoscerlo per ascoltare da vicino la sua testimonianza e per farci raccontare nei particolari il cammino che lo ha portato fino al diaconato.

Pasquale, quali sono state le figure che maggiormente hanno influito sul tuo percorso umano e cristiano?

«Sicuramente quella di mio zio arciprete della mia città natale. Spesso mi recavo da lui perché i suoi consigli erano per me una guida preziosa. Anche gli anni trascorsi nella Marina Militare hanno formato il mio percorso umano. Ricordo benissimo che tra noi compagni ci chiamavamo “fratelli di corso” e non compagni. Poi, una volta arrivato a P San Romano nel 1994, ho cominciato a frequentare la parrocchia. E qui la presenza della Madre della Divina Grazia che si venera nel santuario, ha cominciato a lavorare dentro di me. Conoscendo i frati minori che da 500 anni custodiscono questo santuario, ho iniziato il cammino nell’Ordine francescano secolare (Ofs) di cui sono stato anche consigliere, vice ministro e ministro della fraternità. Il primo frate che ho conosciuto a San Romano è stato padre Daniele Ninci che in quell’anno era anche lui appena arrivato a San Romano. Ricordo benissimo che mi disse: “Sono arrivato anch’io da poco, per cui lavoreremo insieme”. Altri frati sono arrivati dopo di lui ed ognuno di loro ha lasciato qualcosa in me. Ad esempio, padre Sandro Guarguaglini mi ha formato come ministro straordinario dell’Eucaristia. Poi fra Valentino Ghiglia (mio padre spirituale e amico fraterno) mi ha guidato ad essere istituito accolito oltre a proporre la mia candidatura come diacono».

E come è arrivata questa chiamata particolare al ministero ordinato?

«Sin da ragazzo sentivo la vicinanza del Signore, ho fatto anche una piccola esperienza di due settimane nei padri Saveriani quando avevo 15 anni. Ma ero ancora sordo, o forse il Signore aveva un altro disegno su di me. All’età di 16 anni sono entrato nella Marina Militare e a 19 anni ho conosciuto mia moglie Anna. Così, terminati i primi sei anni di ferma, mi sono congedato e sposato. Per 15 anni ho vissuto a Milano, ma all’epoca non praticavo molto la parrocchia. Poi sono arrivato a San Romano e ho capito che mi mancava qualcosa. Ho cominciato a frequentare la parrocchia e sono entrato nella corale. Dopo di che io e mia moglie siamo entrati nel cammino di formazione dell’Ordine francescano secolare. Ma dentro di me sentivo sempre più il bisogno di mettermi al servizio dei bisognosi. È allora che sono entrato a far parte della Misericordia locale e della Caritas parrocchiale come volontario. Poi un episodio che mi è successo un po’ di anni fa all’ospedale di Empoli, mi ha fatto capire quale grande gioia sia il mettersi al servizio del prossimo e della Chiesa: mi trovavo vicino al pronto soccorso ed ho notato una signora anziana che zoppicava; la figlia, che era vicino a lei, non riusciva a portarla all’interno dello stabile. A quel punto ho preso in braccio la signora anziana e l’ho portata all’interno. Ho fatto questo gesto istintivamente e subito dopo aver lasciato la signora, ho sentito dentro di me una immensa gioia».

E a proposito di questo: “diaconia” in greco significa proprio “servizio”… come desideri declinare il tuo servizio all’interno della Chiesa?

«Desidero servire la nostra diocesi in obbedienza al vescovo e servire la parrocchia dove il vescovo vorrà destinarmi; ma soprattutto vorrei mettermi a servizio nell’annuncio della Parola del Signore e nell’ascolto dei fratelli e delle sorelle».

Come hanno vissuto (e stanno vivendo) tua moglie e i tuoi figli questa tua chiamata?

«Mia moglie e i miei figli hanno sempre condiviso questa mia scelta di mettermi al servizio della Chiesa. Mi sono sempre stati vicini, mi hanno supportato e ringraziano il Signore per questo grande dono che mi ha concesso».

A chi va il tuo pensiero in questa occasione particolare?

«Il mio pensiero va al Signore Gesù per il grande dono che ha fatto in me e a Maria Madre della divina grazia che dal suo santuario mi ha guidato. Poi va a mia moglie e ai miei figli che con tanto amore mi sono stati vicino e a tutti quelli che a vario titolo mi hanno accompagnato».