Il nuovo Bollettino degli Euteleti

Tante curiosità sulla storia della nostra diocesi

di Alexander Di Bartolo

Un volume corposo, di oltre 500 pagine, che in linea con la tradizione degli ultimi anni, si presenta come una vera e propria miscellanea che spazia dall’arte alla storia, dall’archeologia alla sociologia, dall’agronomia alla botanica. La vera novità del 2020 è stata la diffusione del Bollettino in due formati: il tradizionale libro a stampa e il volume digitale, interamente consultabile in rete, nella migliore tradizione di public history che si sta imponendo a livello globale. Un modo per favorire la lettura e la conoscenza in un periodo nel quale non è possibile recarsi in Accademia o nelle biblioteche toscane per richiedere il prestito e godersi così la lettura dello stampato.

Come ogni anno però, non potendo recensire l’intero tomo, e tutti i suoi contributi interni, vogliamo almeno segnalare la ricchezza di informazioni che il lettore di storia diocesana, e l’appassionato di storia sanminiatese, può trovare.

Il numero 87 si apre con un sintetico articolo sulla figura di don Ruggini scritto da Maria Fancelli. La brevità non impedisce all’autrice di ben articolare una nota storiografica a cento anni dalla nascita di uno dei fondatori dell’Istituto del Dramma Popolare di San Miniato, nella quale traspira anche tutto l’affetto emotivo che legava il sacerdote alla famiglia dell’autrice.

L’Euteleta Daniele Vergari presenta invece uno studio riassuntivo sulle sperimentazioni agrarie e i paesaggi in Valdelsa concentrandosi sulla figura del “prete scienziato” Giovan Battista Landeschi, priore di Sant’Angelo a Montorzo nella seconda metà del Settecento. Uno studio rigoroso che racconta la vicenda del parroco e agronomo all’interno del milieu culturale della Toscana granducale. Una lettura interessante che certamente potrebbe costituire un capitolo della storia scientifica sanminiatese.

L’articolo di Mario Bruschi, studioso pistoiese, si concentra invece sulla figura di Ser Piero e “Monna Catherina”, i genitori di Leonardo da Vinci. Si tratta della presentazione di un inedito documento d’archivio che lancia alcune ipotesi sulla provenienza della misteriosa Caterina, madre di Leonardo, che era stata residente per molto tempo a San Pantaleo, borgo ecclesiastico della diocesi di San Miniato nel comune di Vinci.

Francesca Ruta presenta il suo terzo articolo consecutivo sugli “oratori in fattoria”, documentata ed appassionata ricerca sui piccoli luoghi di culto sparsi nel territorio diocesano, per lo più cappelle private di ville e poderi, che ben dimostrano la ricchezza del territorio, in qualche caso “da salvare”.

Viene presentato inoltre, dalla restauratrice Cristina Guerra, il lavoro professionale eseguito sulla tela della Madonna del Carmine del Santuario di Cigoli. L’autrice presenta il recupero dell’opera dal punto di vista delle tecniche e dei materiali presentando anche una sorta di primitiva scheda per una tela mai studiata né analizzata dagli storici dell’arte. Certamente questo lavoro sarà il punto di partenza per ogni altro approfondimento.

Francesco Fiumalbi si concentra invece sull’epigrafe che ricorda il soggiorno di papa Clemente VII a San Miniato mentre Giueppe Chelli, in conclusione del volume, racconta una bella storia, quella dell’esperienza di eremitaggio alla Fornace di Collelungo di Palaia dove tra utopia e misticismo, sei ragazzi, tra gli anni Cinquanta e Sessanta iniziarono un’esperienza di vita fraterna, poi naufragata.

Buona lettura…