Fucecchio

Suor Susanna, storia di una Professione a lungo attesa

di Francesco Fisoni

Ci sono storie e cammini alla sequela di Cristo che assomigliano a romanzi d’avventura o a sceneggiati con colpi di scena a raffica, in cui, proprio quando sembra si stia consumando – inesorabile – l’ultimo atto, accade inaspettato un colpo di scena che rimette in discussione tutto e… si riparte da capo.

Potrebbe essere traslato in questi termini il percorso spirituale e il cammino vocazionale di suor Susanna Maria Slancikova, 43 anni, originaria della Repubblica Slovacca, che domenica 20 settembre ha emesso voti solenni alla presenza del nostro vescovo Andrea nella Collegiata di Fucecchio, scegliendo di seguire Cristo povero e crocifisso come clarissa urbanista aggregata al monastero di San Salvatore a Fucecchio. Chi la conosce bene, racconta di una donna dal volto dolce, sempre sorridente, amante della preghiera, che conosce bene il significato della parola «obbedienza».

Una donna che ha però lottato, e molto, per arrivare al giorno agognato della sua professione, per essere finalmente sposa del suo Gesù. E allora proviamoci a raccontare la storia di questa suora venuta da quella che una volta era chiamata l’«oltrecortina».

Nata nel 1977, nell’allora Cecoslovacchia comunista, suor Susanna è cresciuta in una famiglia cattolica. Orfana di padre a 13 anni, fin da ragazzina ha sempre desiderato studiare la lingua inglese, un proposito assolutamente eterodosso per gli schemi di stretta osservanza moscovita dei regimi dell’Est, in cui l’unica lingua concessa, oltre a quella madre, era il russo. Susanna ha dovuto così attendere la caduta del muro di Berlino nel 1989 per poter coronare questo suo sogno e gettare, proprio attraverso lo studio dell’inglese, un’ideale sguardo verso Occidente. Risalgono più o meno a quegli anni anche i suoi studi musicali: è diplomata in fisarmonica e organo, strumenti che per alcuni anni ha insegnato ai bambini. La folgorazione «sulla via di Damasco» arriva nel 2000, durante la Gmg a Roma, dove era venuta insieme a un gruppo di giovani della sua parrocchia. Nella spianata di Tor Vergata, Susanna, allora ventitreenne, è toccata profondamente dall’appello di Giovanni Paolo II a seguire Cristo, a fidarsi di Lui. Inizia così il suo cammino di discernimento. Nel 2002, a 25 anni, tramite una terziaria francescana della sua parrocchia, entra in contatto con le suore clarisse urbaniste del monastero di Santa Rosa a Viterbo. Di lì a poco è quindi di nuovo in Italia, proprio a Viterbo, dove inizia il suo cammino di preparazione alla vestizione. Inviata successivamente al monastero del Sacro Cuore a Roma, ritorna ancora a Viterbo per la professione semplice. Passa un breve lasso di tempo e il monastero di Viterbo è costretto a chiudere a causa delle poche suore presenti. Suor Susanna non demorde. Trasferita nuovamente a Roma, cerca con pazienza di riannodare i fili del suo percorso. Finalmente Roma sembra promettersi come porto riparato dove gettare le ancore di una professione solenne. E invece, di lì a poco, anche questo monastero patisce la stessa sorte di Viterbo: chiuso e suore trasferite.  Rincominciare da capo, spostarsi, partire, è sempre un’enorme fatica. Suor Susanna non molla. Valigie in mano e tanta fede e speranza nel cuore, accetta la nuova destinazione che il Signore ha pensato per lei. Questa volta si va in Veneto, a Campo San Piero in provincia di Padova. Qui passa altro tempo e infine, calendario alla mano, si sceglie con cura una nuova data per la professione solenne: sarà maggio 2020. Tutto pronto dunque, tutto accuratamente pensato, quando… Covid, pandemia, lockdown: la tempesta perfetta al momento sbagliato. Salta di nuovo tutto. Se stessimo parlando di un progetto solo umano, chiunque a questo punto avrebbe gettato la spugna. Ma «la fedeltà del Signore è per sempre» e suor Susanna, incassato il fendente, si aggrappa nuovamente, e con tutta se stessa, alla volontà di Dio. A fine giugno, per circostanze contingenti, arriva a Fucecchio, nel monastero di San Salvatore. Qui le cose sembrano mettersi subito per il verso giusto.

Seguita con dedizione e cura dalla “nostre” suore urbaniste, anche per la nostra piccola, tenace, suora slovacca giunge il giorno tanto sognato e desiderato: le suore di San Salvatore riunite in capitolo accettano infatti i suoi voti solenni e grazie al nostro vescovo Andrea, lo scorso 20 settembre, viene coronato un periplo lungo e appassionante durato più di 15 anni. Nell’omelia per la professione, monsignor Migliavacca leggendo in filigrana la storia di questa suora ha anche voluto celebrare il ruolo che il monastero di San Salvatore incarna da oltre dieci secoli come «roccaforte spirituale» per le nostre terre: «La professione solenne di suor Susanna ci aiuta a riconoscere come presenza preziosa e provvidenziale il monastero delle clarisse nella città di Fucecchio che è un presidio per la preghiera per tutti noi, un segno che ci rimanda alla ricerca della presenza di Dio nella nostra vita».

Davvero tanta gente presente in Collegiata e nella chiesa di San Salvatore, dove i fedeli hanno seguito la diretta da un maxischermo. Oltre 2000 le visualizzazioni alla diretta streaming su Facebook e più di 150 quelle su Youtube. Collegati in diretta dalla Slovacchia anche i parenti della suora.

» Rivedi su YouTube