Caritas Diocesana - Newsletter di Novembre

Seconda ondata Covid: i nostri fronti

di Francesco Fisoni

Nel momento in cui l’emergenza sanitaria, con la seconda ondata Covid, torna a mordere sulla carne viva delle nostre comunità abbiamo fatto il punto insieme a Orietta Bacci e Nadia Magni, responsabili dei Centri d’Ascolto e distribuzione Caritas della Valdera e del Valdarno e larcianese, su come la Caritas diocesana si fa presente in questo frangente ai bisogni dei nostri territori.

«In Valdera tutti i servizi proseguono con regolarità – ci racconta Orietta Bacci. Funziona tutto a regime: centri di ascolto, distribuzione dei pacchi alimentari, mensa di Ponsacco così come il centro notturno, aperto – come durante il primo lockdown di marzo e aprile – tutto il giorno, in modo da offrire agli ospiti il conforto di un luogo di soggiorno caldo e sicuro». Per far fronte alla seconda ondata Covid stanno pian piano rientrando in servizio anche i ragazzi della “Caritas young” che durante il periodo di tregua epidemica estiva, erano stati meno attivi. A tutt’oggi i ragazzi impegnati in questo preziosissimo servizio sono una decina. Questi giovani, coordinati da don Armando e da Andrea Di Bennardo, preparano i pacchi alimentari nella giornata del giovedì (insieme agli scout di Ponsacco) e organizzano poi la distribuzione degli stessi il venerdì mattina.
«La seconda ondata Covid – sottolinea Bacci – ha forti tratti di somiglianza con la prima, per cui sono ritornati alla nostra attenzione tutti quei nuclei familiari che per tanti motivi facevano, e fanno, fatica ad andare avanti. In più questa volta ci stiamo interessando anche alle famiglie che si trovano in quarantena, alle quali facciamo consegne della spesa a domicilio. Abbiamo attivato questo servizio già per 5-6 famiglie. Siamo noi stessi a preparare loro il pacco alimentare, cui aggiungiamo frutta, verdura e pane donati tre volte a settimana dai punti vendita Lidl di Ponsacco e Pontedera.
Per far poi fronte alle emergenze lavorative in cui sono incappate diverse persone, abbiamo offerto aiuto attingendo anche ai fondi messi a disposizione dal nostro progetto “Borse lavoro”.
Insomma, rispetto alla prima ondata non è cambiato poi molto – conclude Orietta Bacci. Rimaniamo “in trincea” e pienamente operativi, per rispondere ai bisogni della gente. I volontari sono gli stessi di marzo e aprile. Tutti hanno confermato la piena disponibilità. E come a marzo e aprile, abbiamo cercato di preservare i volontari senior invitandoli a non esporsi ai pericoli del contagio».

Situazioni e scenari più o meno confermati anche per il Valdarno e il larcianese. Anche qui tutti i volontari Caritas restano in prima linea, con un’alta attenzione a preservare la salute delle persone più anziane. «Riguardo ai Centri d’ascolto – ci racconta Nadia Magni – i volontari che non se la sentono di fare incontri in presenza hanno optato per la modalità in videochiamata o anche tramite semplice telefonata. E bisogna dire che questa novità, dove è stata attivata, ha già riscosso un ottimo successo. Gli utenti l’accettano volentieri e anzi chiedono di mantenerla anche per il futuro, come opzione alternativa all’incontro in presenza».
«Il servizio distribuzione pacchi alimentari – prosegue la Magni – sta operando a pieno regime. Il mercoledì riusciamo ad aggiungere alle nostre provviste anche frutta, verdura e pane che ritiriamo direttamente dal punto vendita Lidl di Pontedera. A questo proposito ci stiamo attivando per poter avere presto una convenzione anche con altri punti Lidl più vicini al nostro territorio del Valdarno, in modo da disporre con maggior continuità di alimenti freschi.
Dei giovani volontari attivi durante la prima ondata Covid, soprattutto a San Miniato Basso, qualcuno ha ridato piena disponibilità al servizio, anche se, occorre dire, erano diversi i giovani del gruppo iniziale che avevano continuato a tenere rapporti, anche durante i mesi estivi, con le nostre realtà. Grandi variazioni di presenze non sono quindi da segnalare. La nostra squadra funzionava prima e sta continuando a funzionare adesso, anzi… ci sono volontari che, rimasti a riposo in marzo e aprile, stanno adesso chiedendo di fare servizio in prima linea.
Dai comuni e dagli assessorati ci arrivano come di consueto le segnalazioni sulle situazioni di difficoltà, che riguardano in questo momento soprattutto le persone chiuse in casa per quarantena. Noi prepariamo loro il pacco alimentare che poi pensano a consegnare Misericordia, Pubblica Assistenza o Croce Rossa. Insomma una sinergia efficace e ben rodata.
L’unico discostamento da segnalare, rispetto al primo lockdown, riguarda la donazione di alimenti da parte della popolazione e delle associazioni. Diversamente da marzo e aprile, non abbiamo fatto appelli d’urgenza e in questo momento non stanno concretamente arrivando pacchi spesa. Anche se sussiste una sensibilità diffusa da parte della gente, o di realtà come ad esempio il Rotary, a contattarci per chiedere se abbiamo bisogno di qualcosa. Per adesso riusciamo comunque a fronteggiare egregiamente la situazione con ciò che abbiamo nei nostri magazzini».

In chiusura, Nadia Magni si scioglie in una considerazione densa di significato: «In questo frangente cruciale, interessato dalla seconda ondata Covid, sembra che le nostre società abbiano sviluppato assuefazione verso chi sta soffrendo di più, penso in particolare ai contagiati e a chi è in pericolo di vita. L’immagine che mi è più prossima, che mi affiora alla mente – essendo io milanese – è quella dei monatti manzoniani che raccoglievano con stolida indifferenza, quasi con cinismo, i corpi degli appestati (qualcuno già morto, qualcuno ancora vivo) per portarli al lazzeretto. Un’immagine che sento molto vicina all’assuefazione e al disincanto di questi giorni. Se ci riusciamo ricordiamoci di restare umani».

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