Pasqua del Signore

Canta e cammina e grida l’alleluja della Pasqua: Cristo è risorto!

Le omelie del Vescovo nella Veglia Pasquale e nel giorno di Pasqua

Omelia della Veglia Pasquale

Cari amici, come facciamo a cantare in questa notte la gioia e la sorpresa dell’alleluja?

Come facciamo a celebrare l’annuncio di Pasqua che è annuncio di Vita, di Risurrezione e di Pace?

Come facciamo a condividere la gioia di Azzurra che riceverà il battesimo e tutta la sua vita diventerà canto di alleluja?

Dobbiamo cantare l’alleluja, ne abbiamo bisogno… e possiamo farlo perché è Pasqua.

Ci aiutano queste parola di Sant’Agostino…

“Cantiamo qui l`alleluia, mentre siamo ancora privi di sicurezza, per poterlo cantare un giorno lassù, ormai sicuri. Perché qui siamo nell`ansia e nell`incertezza. E non vorresti che io sia nell`ansia, quando leggo: Non è forse una tentazione la vita dell`uomo sulla terra? (cfr. Gb 7, 1). Pretendi che io non stia in ansia, quando mi viene detto ancora: «Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione»? (Mt 26, 41). Non vuoi che io mi senta malsicuro, quando la tentazione è così frequente, che la stessa preghiera ci fa ripetere: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori»? (Mt 6, 12). Tutti i giorni la stessa preghiera e tutti i giorni siamo debitori! Vuoi che io resti tranquillo quando tutti i giorni devo domandare perdono dei peccati e aiuto nei pericoli? Infatti, dopo aver detto per i peccati passati: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori», subito, per i pericoli futuri, devo aggiungere: «E non ci indurre in tentazione» (Mt 6, 13). E anche il popolo, come può sentirsi sicuro, quanto grida con me: «Liberaci dal male»? (Mt 6, 13). E tuttavia, o fratelli, pur trovandoci ancora in questa penosa situazione, cantiamo l`alleluia a Dio che è buono, che ci libera da ogni male. Anche quaggiù tra i pericoli e le tentazioni, si canti dagli altri e da noi l`alleluia. «Dio infatti è fedele; e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze» (1 Cor 10, 13). Perciò anche quaggiù cantiamo l`alleluia. L`uomo è ancora colpevole, ma Dio è fedele. Non dice: «Non permetterà che siate tentati», bensì: «Non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d`uscita e la forza per sopportarla» (1 Cor 10, 13). Sei entrato nella tentazione, ma Dio ti darà anche il modo di uscirne, perché tu non abbia a soccombere alla tentazione stessa: perché, come il vaso del vasaio, tu venga modellato con la predicazione e consolidato con il fuoco della tribolazione. Ma quando vi entri, pensa che ne uscirai, «perché Dio è fedele». Il Signore ti proteggerà da ogni male… veglierà su di te quando entri e quando esci (cfr. Sal 120, 7-8). Ma quando questo corpo sarà diventato immortale e incorruttibile, allora cesserà anche ogni tentazione, perché «il corpo è morto». Perché è morto? «A causa del peccato». Ma lo Spirito è vita». Perché? «A causa della giustificazione» (Rm 8, 10). Abbandoneremo dunque come morto il corpo? No, anzi ascolta: «Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Cristo dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti, darà la vita anche ai vostri corpi mortali» (Rm 8, 10-11). Ora infatti il nostro corpo è nella condizione terrestre, mentre allora sarà in quella celeste. O felice quell`alleluia cantato lassù! O alleluia di sicurezza e di pace! Là nessuno ci sarà nemico, là non perderemo mai nessun amico. Ivi risuoneranno le lodi di Dio. Certo risuonano anche ora qui. Qui però nell`ansia, mentre lassù nella tranquillità. Qui cantiamo da morituri, lassù da immortali. Qui nella speranza, lassù nella realtà. Qui da esuli e pellegrini, lassù nella patria. Cantiamo pure ora, non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica. Cantiamo da viandanti. Canta, ma cammina. Canta per alleviare le asprezze della marcia, ma cantando non indulgere alla pigrizia. Canta e cammina. Che significa camminare? Andare avanti nel bene, progredire nella santità. Vi sono infatti, secondo l`Apostolo, alcuni che progrediscono si, ma nel male. Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare nel bene, devi avanzare nella retta fede, devi avanzare nella retta fede, devi progredire nella santità. Canta e cammina”.

Canta e cammina e grida l’alleluja della Pasqua: Cristo è risorto.

Canta e cammina e porta questo annuncio di gioia lì dove l’alleluja può far scoppiare la pace e trionfare l’amore.


 

Omelia del Giorno di Pasqua

La Pasqua è una festa da collocare, bisogna trovarle una cornice, un terreno.

Se guardiamo alla nostra vita, ai nostri tempi pare di doverla collocare in un ambiente piuttosto ostile.

La Pasqua di questo anno viene ad abitare in un mondo piuttosto inospitale.

E’ ancora il mondo e il tempo della pandemia, con l’esperienza di una malattia e di tante morti e solitudini, con i veleni che sono stati fatti scorrere riguardo alla questione dei vaccini, con le preoccupazioni per il futuro che non ci consente ancora di dire che si può respirare.

E’ un ambiente, quello dove viene l’annuncio di Pasqua, nel quale la natura stessa soffre. Cosa ne abbiamo fatto noi umani dell’ambiente? Non ci sono buone prospettive riguardo al cambiamento climatico, l’innalzamento della temperatura e non sembra di vedere politiche decisamente orientate a correggere il tiro. Sono solo parole per ora quelle che parlano di conversione ecologica, come continua la distruzione delle foreste e poco impegno c’è per salvare il pianeta. Non un bell’ambiente insomma.

E’ un terreno il nostro, quest’anno, segnato più dolorosamente e drammaticamente dalla guerra. Ce ne sono tante per il mondo. Solo alcuni nomi potremmo fare, come la Siria, Gerusalemme, e poi paesi in Africa, America Latina… e forte, vicino a noi, alle porte dell’Europa rombano i cannoni e il fuoco nella terra Ucraina. La guerra ancora ci fa vedere i suoi orrori, il suo dolore, la sua dimensione e realtà diabolica. Ogni guerra è ingiustificata, e quella in Ucraina, come ci ricorda il papa, è una guerra sacrilega, contro l’uomo e contro Dio. Ed è Pasqua… in questa cornice.

Ma terreno e cornice per la Pasqua del 2022 è poi anche la nostra vita, la tua vita. E di quale terreno si tratti lo conosci tu, lo sai tu. Te lo puoi chiedere… Cosa porti nel tuo cuore ora? Ci sono speranze e felicità? Oppure anche preoccupazione e qualche dolore? E’ abitata la tua vita dalla fraternità e dalla amicizia con gli altri oppure è ferita da litigi e fratture, lontananze insanabili? Sei tranquillo col lavoro, con il tuo futuro? E poi la famiglia, i bimbi, l’attenzione agli anziani…, la quotidianità. E’ la nostra vita. E’ il terreno in cui viene a trovarci l’annuncio di Pasqua.

La Parola di Dio della Pasqua ci invita a cercare un ambiente ideale per la Pasqua, o meglio ci suggerisce dove cercare, in quale ambiente andare per trovare davvero la gioia della Pasqua, che è annuncio di risurrezione e di pace.

Il vangelo che abbiamo ascoltato, le pagine di Giovanni ci parlano di un giardino.

Dicono che Gesù, una volta deposto dal sepolcro, viene messo in un giardino: “Nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là… posero Gesù”.

E infatti Maria, il mattino di Pasqua, va al sepolcro e scambia Gesù per il giardiniere. Siamo in un giardino.

In quel giardino è stato posto Gesù crocifisso, Gesù morto.

E’ un annuncio straordinario. Ci viene detto oggi di collocare ogni nostra morte, ogni dolore, ogni ingiustizia, ogni dramma, la vita tutta in un giardino.

Come possiamo trovare questo giardino? E’ il giardino della Pasqua… E’ il giardino delle risurrezione.

Un primo indizio: nel sepolcro nel giardino Gesù è posto da un amico, Giuseppe d’Arimatea… Un amico, cioè uno che ama. E nel giardino a prendersi cura di Gesù morto c’è Maria, l’amica di Gesù, colei che lo riconoscerà sentendosi chiamare col proprio nome e con il suono dell’affetto: “Maria”.

E’ questo il primo segnale per trovare il giardino: è l’amore.

Laddove si colloca la vita, con le sue ferite e le sue ingiustizie, laddove si colloca il mondo di oggi che abbiamo sopra ricordato nell’amore, abbiamo trovato il giardino… e può essere Pasqua.

Così recita una bella poesia di Schmemann A.: “E’ stato l’amore a venire a sapere per primo della vittoria; a questo amore, a questa fedeltà delle donne che vanno al sepolcro per primi, viene concesso di sapere che la morte è inghiottita dalla vittoria. Questo amore e questa fedeltà sono e saranno sempre la luce che risplende nell’oscurità senza fondo” (I passi della fede).

E’ stato l’amore. Ecco.

Ti viene detto di collocare la vita, di accompagnare la vita, la tua vita, con i segni, i gesti, le parole dell’amore e così ogni vita, anche la tua, diventa un giardino in cui può essere Pasqua.

E’ un primo invito per oggi: è Pasqua, allora cerca il giardino, cerca l’amore… cercali nella tua vita e nel nostro mondo. Ed sarà Pasqua di pace e di risurrezione.

Un secondo indizio ci è dato dal vangelo proclamato questa notte: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”.

Cercare il giardino vuol dire cercare la vita, accogliere la vita, sempre, promuovere ogni possibilità di vita, sperare la vita. Più autenticamente: cercare il giardino significa… vivere.

Se cerchiamo Gesù lo dobbiamo cercare vivo, lo possiamo incontrare vivo, così come i suoi amici vivranno. E andranno a dire a tutti: “Abbiamo visto il Signore”.

E’ giardino quando nella tua esistenza vedi e cerchi la vita, vivi la vita e così puoi incontrare il Risorto sui passi del tuo cammino e anche tu potrai dire… Ho visto il Signore, il Vivente.

Così racconta il vescovo Klaus Hemmerle: “Auguro a noi occhi di Pasqua, capaci di guardare nella morte fino alla vita, nella colpa fino al perdono, nella divisione fino all’unità, nella piaga fino allo splendore, nell’uomo fino a vedere Dio, in Dio fino a vedere l’uomo, nell’io fino al tu. E insieme a questo, tutta la forza della Pasqua”. Così si cerca la vita…

E scopri così che la tua vita è il giardino della Pasqua, perché incontrando Lui, il Vivente, il Risorto, tu vivi, tu ritrovi la vita che hai bisogno, tu, oggi, puoi risorgere dalle morti che forse possono aver toccato il tuo cuore.

Potremmo riassumere così la nostra Pasqua quest’anno… Cerchiamo il giardino, è il terreno, e l’ambiente più bello e più vero per la Pasqua… E vorrà dire cercare l’amore, cercare la vita.

Cerca il giardino, amico, amica… e troverai la tua vita, e ti troverà il tuo Signore, il Risorto, il Vivente.