Crespina

Rivive l’originale splendore dell’Oratorio del Belvedere

di Antonio Baroncini

Sabato 8 ottobre il portone dell’Oratorio S. Maria e S. Ranieri in Belvedere, nella parrocchia di Crespina, con la celebrazione della S. Messa presieduta dal vescovo Andrea, si è ufficialmente riaperto alla venerazione del popolo. Uno scrigno d’arte e di fede che custodisce l’immagine della Madre Celeste, incastonata al centro del presbiterio, in mezzo a una raggiera dorata. Quale riconoscenza più grande poteva offrire al volto della Madre, una comunità che tanto si è impegnata per rendere questo oratorio una casa di autentico splendore?

Il comitato, sorto proprio per questo scopo, rappresentato dalla signora Anna Arrighi Tamberi, si era attivato con ogni possibile energia per il suo restauro. Il paese ha contribuito più che generosamente. Importante poi l’intervento delle istituzioni pubbliche e private tra cui la Fondazione Cassa di Risparmio Pisa. Anche la Cei ha offerto disponibilità ed aiuto, avendo riconosciuto la spettacolarità del luogo. Una menzione meritano anche le Misericordie di Crespina e Cenaia per il servizio di assistenza, trasporto e sorveglianza svolto. In questa notevole opera di restauro, non è mancato il ricordo grato verso la contessa Giovanna Cataldi Del Testa del Tignoso, che tanto auspicò la costruzione di questo tempio, dando infine nel 1774 l’avvio ai lavori su disegno dell’architetto Mattia Tarocchi, in un raffinato stile rococò. L’oratorio venne consacrato il 21 novembre del 1775 dal canonico Bernardo Stefani. Alla “sontuosa festa” prese parte un numero così elevato di fedeli dalle campagne circostanti, che l’edificio risultò troppo angusto per accogliere una simile folla, tanto che nesi dovette pensare a un suo ampliamento e nel 1781 venne celebrata la nuova consacrazione dal vescovo di San Miniato, Brunone Fazzi. Ancora nel 1784, anno della morte della contessa, l’oratorio fu ampliato  ancora, giungendo così al suo aspetto attuale. Ricordiamo che questo tempio riveste una notevole importanza anche dal punto di vista storico-sociale in quanto fu punto centrale di convergenza per le parrocchie di Tremoleto, Tripalle, Sant’Ermo e Usigliano di Lari, come ricorda, nelle sue memorie, l’abate Ranieri Tempesti rettore della cappella.

Un grazie sincero è riecheggiato in questa festa di apertura, tanto desiderata quanto auspicata. Questo grazie è andato all’indirizzo dei tecnici della Soprintendenza, alle autorità, ai restauratori – in particolare a Simona Maestri – e ai muratori che hanno lavorato al cantiere. Definire scrigno e gioiello questo edificio mariano non è un atto eccessivo o retorico; lo stesso vescovo Andrea, nell’esprimere i suoi ringraziamenti per i lavori compiuti, ha sottolineato più di una volta la bellezza incarnata da questo luogo. È proprio sulla parola “grazie” che si è imperniato lo svolgimento della celebrazione.

Monsignor Migliavacca rivolgendosi ai numerosi ragazzi presenti con le loro catechiste, ha tenuto una piccola catechesi sul significato del ringraziamento: la parola “grazie” non esprime solo gratitudine ma smuove qualcosa di profondo nei cuori di chi la pronuncia e di chi la riceve. E prendendo spunto dal brano evangelico letto nella liturgia, in cui Gesù guarisce i dieci lebbrosi ma solo uno torna a ringraziarlo, ha detto: «Ragazzi, sappiate dire sempre grazie! È la riconoscenza al bene che si riceve. È un valore di gratitudine e di gentilezza. Oggi diciamo grazie ha chi ha permesso di godere queste bellezze rigenerate ed un grazie a Gesù che ci ha offerto l’opportunità di stare insieme».

Fatto curioso: il vescovo ha talmente toccato le corde di questi ragazzi e dei fedeli presenti, che il termine dell’omelia è stato connotato da un sincero e spontaneo applauso. Al termine della celebrazione i ragazzi hanno poi invaso il parco della stupenda villa Belvedere: uno scenario emotivo carico di entusiasmo! Non poteva mancare un ringraziamento anche per la signora Crastan e la sua famiglia, che hanno messo a disposizione della collettività la porzione più affascinante del parco della loro villa. Con le belle parole del parroco don Marco Balatresi, che ha ringraziato il vescovo Andrea e ricordato i parroci che lo hanno preceduto (primo tra tutti padre Ivan che era presente), attorno ad un tavolo copiosamente imbandito da ogni tipo di leccornia, offerte gentilmente dal forno «La Fonte del Pane» di Ponsacco e dai genitori dei ragazzi, si è chiuso questo bel pomeriggio.