Castelmartini

Ricordando il primo Presepe

di don Gian Luca Palermo

Amore, pace, fraternità, cammino, manifestazione, Dio con noi, venuta, nascita, dono, adorazione, canto, gloria… sono le parole con cui ci troviamo tutti d’accordo da usare per parlare del Natale. Così sia allora per tutti noi, per le nostre parrocchie, per le nostre famiglie ma soprattutto per chi felice non è, perché la vita non gli sorride o anche perché non ha ancora scoperto dove sta il segreto della felicità. Certo ciascuno ha il suo segreto ma il Natale ci ricorda che ce n’è uno che vale per tutti ed è una Persona che torna a chiedere posto nella nostra vita. Nasce allora la domanda: come stiamo? Dove siamo col cuore, con la vita? Domande utili da farci come singoli e come comunità. Le recenti parole di papa Francesco e del ministro dell’istruzione Marco Bussetti ci tuffano con entusiasmo nel vero spirito del Natale con i suoi simboli: Bussetti si è detto contrario alla negazione assurda dei presepi nelle scuole in occasione del Natale ribadendone il significato prezioso: «fanno A parte della nostra identità».

Il Papa ci ha richiamato al rischio di mondanizzare il Natale: «ricordare bene che non è nato l’albero di Natale, che è certamente un bel segno, ma ricordare che è nato Gesù Cristo». E l’anno scorso disse che «senza Gesù non c’è Natale, spesso viene eliminato per un falso rispetto per chi non è cristiano». Con questo ben venga Babbo Natale… erede, seppur desacralizzato, del grande San Nicola. L’importante è che il nostro cuore viva la Sostanza della Festa e non si abbia cura dei segni identitari. Mi consola sentire che queste riflessioni sono anche quelle della gente e girando per le case non posso che riscoprire sempre i valori buoni e tradizionali di questo periodo che sappiamo tradurre con presepi meravigliosi, belli per arte, fantasia ma soprattutto tanto amore che le famiglie cercano ancora di tramandare ai figli. Per questo mi viene spontaneo dire: Grazie con tutto il cuore! Riuscirà questo Avvento a metterci sulla linea d’onda di Gesù che nasce fra noi, come noi? Me lo chiedo perché se l’Avvento non facesse questo diverrebbe un regalo ricevuto e mai scartato, Dio non voglia! Se c’è un augurio da fare allora è quello di scegliere le luci giuste che in questo tempo si presentano a noi, ci sono quelle che ci portano al supermercato riempiendo gli occhi ma meno il cuore.

Ci sono poi quelle miti e semplici dei nostri presepi che sempre a Betlemme ci portano, a scoprire quanto siamo preziosi se un Dio sceglie la nostra umanità, mendica il nostro amore, chiede la nostra fede. Il presepe che anche quest’anno abbiamo realizzato in Chiesa a Castelmartini, con un tema di fortissima attualità, possa allargare ancora di più cuore e mente di tutti i visitatori e spingerci a vivere il Natale a 360°, senza lasciarlo in Chiesa ma sia mentalità controcorrente, sguardo profondo, azione coraggiosa, vita concreta. Il presepe artistico è stato realizzato dai parrocchiani. Come ogni anno ha la caratteristica di proporre, nella luce dell’incarnazione, un tema di forte attualità che quest’anno è rappresentato dal Creato. La luce che è Cristo illumina anche il mistero del creato che è assunto dal Figlio di Dio nel condividere la nostra umanità. Creato dunque come luogo dell’Incarnazione, come dono di Dio in cui incontrare Lui, riconoscere la sua voce e la sua traccia. Infine creato di cui essere custodi e responsabili vista anche la situazione ecologica mondiale. Nel presepe spicca la figura di San Francesco, amatissimo Patrono d’Italia e inventore del presepe !!! Da qui si spiega la piacevole presenza di Padre Valentino Ghiglia, frate francescano di San RomanoMontopoli, all’inaugurazione. I bambini hanno ascoltato da lui il racconto della prima volta in cui S. Francesco, nel Natale 1223, fece il presepe a Greccio (Rieti) e avvenne il miracolo del bambino apparso tra le braccia del Santo che piangeva dalla gioia. Il Santo d’Assisi visse poi evangelicamente, in modo esemplare, il rapporto con “fratello sole e sorella luna”, gli animali e tutta la creazione.