Gli Auguri di Natale del Vescovo

Quadri di Natale

+ Andrea Migliavacca

Negli auguri del vescovo per le festività natalizie un ideale presepe vivente: cinque quadri di vita reale del nostro territorio che invitano alla speranza e aiutano a riscoprire il senso autentico del Natale.

Il mio augurio natalizio quest’anno, cari lettori, ve lo presento attraverso dei riquadri, quasi fossero immagini di un presepio vivente che conduce tutti noi a Betlemme, da quel bambino che è nato, Gesù e che si presenta, nella povertà, come il Re dei re, il signore della vita.

Il primo riquadro di questo presepio vivente si trova a Montalto, presso la casa di ospitalità di persone con disabilità neurologiche della Stella Maris. Ci troviamo qui per la celebrazione della consueta Messa natalizia. Il saluto, prima di terminare l’Eucaristia, viene lasciato anche agli amici che vi partecipano, invitandoli a dire una loro parola. Avevo parlato, alla luce del Vangelo, del Natale come avventura in cui imparare a vedere, a guardare in profondità… Ed è così che uno di questi amici commenta che per vedere dobbiamo togliere la pagliuzza dall’occhio e lo si fa seguendo Gesù, una parola a cui fa eco un altro ospite che con un bel sorriso e spontaneità ci dice: “sono contento perché è Natale”. Ed è davvero Natale in mezzo a questi amici feriti per la loro disabilità, eppure capaci di regalare il sorriso e parole di bene, di cuore.

Il secondo riquadro del nostro presepio vivente ci porta alla Casa di Riposo di Ponsacco (e ricordo insieme anche le altre che ben conosco come a Fauglia e Orentano e poi a Forcoli e pure a San Miniato, luoghi ove è custodito il prezioso dono della vita). Sono stato in visita agli anziani, un passaggio semplice, forse un poco veloce, per portare il semplice augurio di buon natale e di speranza. E scopro che l’augurio più bello è quello rivolto a me, attraverso il sorriso e la cordialità di questi “nonni” che bloccati sulla carrozzina e bisognosi di tutto, sanno regalare perle di umanità. Anche solo con un sorriso. Lo stesso sorriso di Piero, che ha compiuto 101 anni, festeggiato in pasticceria a San Miniato…; e ce li regala tutti con la sua simpatia e il suo sorriso. Ed è proprio Natale in questi luoghi speciali.

Cammina cammina il nostro presepio vivente ci porta nella Cattedrale di San Miniato, quarta domenica di Avvento, celebrazione della Messa. Nella omelia ci sono i miei piccoli amici, i ragazzi di prima media, che mi aiutano come loro solito. E anche in questa occasione, riflettendo sul natale che diventa messaggio, annuncio e che lo si vive portando la pace, mi vengono in soccorso loro, i piccoli. Chiedo se capita di litigare… Da una parte, sulla prima panca, due piccolini, bimbi di sei, sette anni forse, alla mia domanda si abbracciano teneramente, una delle risposte più belle che mi potessero dare e dal gruppo di prima media un altro amico mi dice: “se si litiga poi facciamo pace e ci vogliamo bene più di prima”. I bimbi sanno far parlare il vangelo più di noi grandi, più del vescovo. Ed è così… Si respira aria di natale anche qui.

Ed ora prendiamo la macchina perché si va a Capannoli, dove troviamo un altro quadro del nostro presepio vivente e si tratta proprio del presepio vivente messo in scena dal gruppo giovanile parrocchiale, almeno cinquanta tra giovani e giovanissimi. Una bella trovata la loro: un prete e una giovane, nostri contemporanei, si trovano catapultati nell’anno della nascita di Gesù, proprio a Betlemme e vivono la sorpresa di trovarsi davanti proprio alla capanna della natività, possono parlare a Maria e a Giuseppe e contemplare il bimbo nato, Gesù. Che fortuna la loro, penso. Eh sì, poter essere contemporanei del Natale, della nascita di Gesù, poterlo davvero vedere, toccare, baciare. Che bello se fosse così per me, per tutti noi, poveretti, segnati in questi mesi anche dalla difficile pandemia… E sono questi i sentimenti che mi racconta al cuore questo quadro natalizio, con un pizzico di nostalgia per chi Gesù bambino l’ha visto davvero.

Ma la macchina del tempo mi riporta al 25 dicembre 2021, ai nostri giorni… l’ultimo riquadro del nostro presepio vivente e sento un annuncio, un invito: contemporanei di Gesù lo siamo proprio oggi, tra le nostre case e nelle nostre piazze, nei legami che ci abitano e nelle occupazioni quotidiane. E’ la nostra vita il presepio vivente dove Gesù entra in scena, proprio lui, proprio per noi, per me.

Lasciamolo entrare nella cornice talvolta festosa, altre volte mesta e sofferente, della nostra vita e potremo dire: è il Signore! La stessa esclamazione degli apostoli davanti al Risorto… ed oggi per il bimbo di Betlemme, perché è vivo e presente davvero.

E’ il Signore, è Gesù bambino nella nostra vita, contemporanei a Lui, per poterlo vedere, toccare e baciare.

 

Buon Natale.