ARTICOLO

Pentecoste: inizio della Chiesa

di Antonio Baroncini

Chi entra nel Cenacolo a Gerusalemme, in quella «stanza alta» in cui Gesù istituì l’Eucarestia, forse non intuisce la grandezza e la potenza del luogo, non per le spesse mura che la racchiudono o per le possenti colonne che sorreggono la copertura, ma per gli atti divini che qui si svolsero. Fermiamoci e riflettiamo. È qui che Gesù appare agli Apostoli dove si erano nascosti «per timore dei giudei» (Gv 20,19). È qui che a Pentecoste, con rumore assordante, lingue di fuoco si posarono improvvisamente su ciascuno di loro e tutti si riempirono dello Spirito Santo.
Iniziarono a parlare in tutte le lingue ed a testimoniare pubblicamente la risurrezione di Cristo. Hanno visto Gesù nel suo corpo glorioso, ascoltato la sua voce, hanno ricevuto le sue consegne, il suo perdono per la loro paura di testimoniare la sua Parola. La loro fede è stata quindi «restaurata», il loro fervore è emerso e ora sono disposti ad annunciare la Buona Novella «fino ai confini del mondo». Nasce la Chiesa universale e missionaria e gli Apostoli, i primi testimoni di questa istituzione divina, si sentono pronti a predicare il suo messaggio evangelico, diranno di tutto, faranno di tutto, soffriranno tutto in nome di Gesù Cristo. Chi dà loro la forza, il coraggio nella loro fede, la costanza della preghiera, «una luminosità nelle loro parole, un tale amore, una tale pazienza, una tale allegria nel loro modo di essere?». È lo Spirito Santo che produce questi effetti. È la terza persona della Trinità, «vincolo d’amore tra il Padre ed il Figlio».
Gesù lo definisce il Paraclito ovvero il Consolatore: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce» (Gv 14,1517). Lo Spirito Santo è la vita della nostra vita, l’amico intimo nascosto in fondo alla nostra anima ed è lui che dall’interno divinizza il nostro essere e come conseguenza le nostre intenzioni, i nostri pensieri, le nostre azioni. È donato per il servizio della Chiesa e della sua Missione e per la santificazione personale del credente. «Lo Spirito Santo, anima della Chiesa e principio di comunione  ci spinge verso gli altri, accende in noi il fuoco dell’amore, ci rende missionari della carità di Dio», ha affermato Benedetto XVI nel suo messaggio per la XXIII giornata mondiale della gioventù.
¿Dopo gli Apostoli, i cristiani sono chiamati a proclamare Cristo e la sua Parola «in ogni occasione opportuna e non opportuna«. (2Tim 4,2). Questa è la Pentecoste da festa ebraica di ringraziamento per il dono delle messi diviene, con il cristianesimo, l’inizio illuminante del cammino terreno della nostra «Noi siamo i frutti di questa missione della Chiesa per opera dello Spirito Santo. Non dimentichiamolo mai, perché lo Spirito del Signore vuole, mediante tutti noi e soprattutto voi giovani in particolare, suscitare nel mondo il vento e il fuoco di una nuova Pentecoste»
(Papa Benedetto XVI).