Riflessioni

Pasqua, invito di liberazione e rinascita integrale per l’uomo e il suo cosmo

di Antonio Baroncini

Negli anni vicini al 1224, Francesco di Assisi compose il Cantico delle Creature, un testo poetico in cui “il Poverello” si rivolge a Dio, lodandone le opere. Una preghiera senza tempo in cui sembra che San Francesco abbia profetizzato le conseguenze dello sfruttamento della natura e degli uomini, volendo ricordare agli uomini stessi la semplicità dei bisogni umani.

Siamo alla vigilia della Pasqua, la festa in cui i cristiani, dopo la contemplazione del mistero della Croce, innalzano gloria a Dio, per la Risurrezione di Gesù. Rinascita e liberazione fanno ancora della Pasqua del 2021, come quella del 2020, un giorno di festa, che però, in piena pandemia da coronavirus, smarrisce il consueto aspetto di celebrazione gioiosa e colorata da molte forme di folclore religioso e si fa più intima e solenne nelle nostre coscienze. La nostra attenzione si sposta su atteggiamenti concreti, sul nostro comportamento verso “la nostra casa”, la terra che ci ospita.

Le esclamazioni di San Francesco invitano a riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e attraverso il quale trasmette a noi qualcosa della sua bellezza e della sua bontà.

Ecco la nostra Pasqua: l’inizio di una nuova esistenza! Pasqua deriva dal del greco “pascha”, e a sua volta dall’aramaico “pesah” e significa  propriamente “passaggio”, “passare oltre”. Gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Per noi cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.

Questo mistero cristiano ci richiama ad una nostra responsabilità morale e spirituale, ma anche ad un sempre progressivo rinnovamento del nostro vivere.

“Rinnovamento” vuol dire riflettere in primo luogo per cercare le cause. Gli effetti ci recheranno sempre un modo nuovo di vivere, più sereno, più creativo. Ecco che “il passaggio” si fa concreto e ci chiede: «Cosa fai tu perché la tua casa sia sempre più sicura?».

Salvaguardare le condizioni morali di un’autentica ecologia umana, innanzi tutto. La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano, ma anche perché la stessa vita umana è un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado.

«Ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo – afferma da questo punto di vista papa Francesco – richiede di cambiare profondamente gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società». Pensiamo a quello che sta accadendo alla “nostra casa”: l’inquinamento e cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, rifiuti e cultura dello scarto, e tutto questo spegne un concetto vitale che il clima è un bene comune.

L’acqua, la «sora aqua», è un diritto umano essenziale, fondamentale ed universale, perché determina la sopravvivenza delle persone e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Il Santo padre nella sua enciclica “Laudato sì’” c’invita a «eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente».

Se tutto questo crea necessità di rinnovamento, di un passaggio dal qualunquismo, dalla indifferenza, dal disinteresse alla partecipazione costruttiva, all’interesse verso il bene comune, alla responsabilità individuale, non può avvenire senza un sentimento profondo da “Fratelli tutti”.

San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne.

«Dappertutto seminò pace, camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi». Che non resti solo un sogno questo “passaggio”, ma una realtà bivalente tra razionalità e spiritualità, tra ambiente esterno ed interno nei nostri cuori. I sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno colla propria voce, tutti fratelli.

Questa è la vera Pasqua non solo per il cristiano ma per tutti gli uomini. «Lodate e benedite il mio Signore, rendete grazie a Lui e servitelo con grande umiltà».