«Quale idea di persona nella Costituzione Italiana? Diritti, doveri e formazione sociali»

Liberi e responsabili secondo la Costituzione

di Antonio Baroncini

Nella splendida cornice della biblioteca del Seminario diocesano, come lo stesso oratore, il professor Emanuele Rossi, ordinario di Diritto Costituzionale alla Scuola superiore Sant’Anna Istituto Dirpolis, ha riconosciuto, lunedì 19 settembre si è svolto un colloquio confronto sul tema: «Quale idea di persona nella Costituzione Italiana? Diritti, doveri e formazione sociali».

Tale incontro è stato organizzato dall’Azione Cattolica diocesana e coordinato dal professor Landi. La relazione si è incentrata sulla riflessione riguardo ad alcuni spunti etici che la nostra Costituzione ci offre. I principi fondamentali fanno emergere tre elementi centrali dell’intera struttura costituzionale: la democrazia, il lavoro e l’uguaglianza. Ognuno di questi principi fa capo e trova il suo fondamento nel principio personalista: tutta la Costituzione fa riferimento alla persona umana, la quale è, in modo assoluto, il centro della Carta.

«La persona è il fine, lo Stato è lo strumento», afferma il professore. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono uguali davanti alla legge; hanno il diritto di lavorare, di riunirsi pacificamente, di associarsi, di professare la propria religione, godono dei diritti civili, sociali e politici; devono però rispettare dei doveri che riguardano la vita nella società. Ecco che si presenta una essenziale relazione tra diritti e doveri e quindi del principio di solidarietà. Si può affermare, dice il professore, che sul piano concettuale, «per i padri costituenti, diritti e doveri non potevano costituire un ossimoro, cioè in contrasto tra loro, ma un’immagine che ne sottolineasse l’aspetto “contrappositivo”, due termini opposti ma non antitetici, anzi complementari».

Appare evidente che il principio di solidarietà si fa sempre più inclusivo nel rapporto tra diritti e doveri. Nasce la necessità di essere solidali con tutti, indipendentemente dalla cittadinanza, dal vivere in località diverse, se pur tutto questo è reso difficile in questo particolare momento storico, in cui vi è una marcata richiesta di garanzie solo per i propri diritti personali e i propri interessi di parte per associazioni e partiti.

La Costituzione ci dice che ogni persona si deve inserire in una dimensione di solidarietà “fraterna” come azione doverosa e cooperante nell’adempimento della propria solidarietà. C’è un rapporto di stretta connessione tra diritti e doveri: persona e società devono svilupparsi insieme. Si devono quindi equilibrare diritti e doveri: «Il diritto senza il dovere fa il servo; solo equilibrando diritti e doveri si fa l’uomo veramente libero».

Un passo molto importante e delicato per le sue ripercussioni sulla persona umana è poi «la necessaria socialità di tutte le persone, le quali sono destinate a completarsi e perfezionarsi a vicenda mediante una reciproca solidarietà economica e spirituale». Ciò si capisce e si attua se comprendiamo bene che «la società e lo stato sono per la persona e non la persona per la società e lo stato». Concetto forte questo, ma essenziale. Le tematiche dibattute in questa conferenza di altissimo valore concettuale illustrano e pongono la persona di fronte alla sua propria responsabilità, alla sua maturità civica e politica e spingendo tutti ad un impegno e a dei sacrifici affinché si formi e si viva una comunità/stato.

Conoscere di più e meglio la nostra Costituzione sarebbe di aiuto per riflettere sulla centralità della persona e riscoprire che siamo direttamente responsabili del pieno sviluppo del nostro Paese. Di grande interesse l’intervento del vescovo Andrea quando ha affermato che: «Occorre ripristinare cicli di studio e formazione politica, come in tempi passati l’Azione Cattolica organizzava, per sentirci veri protagonisti, intelligenti e preparati nel capire l’essenzialità delle istituzioni in democrazia e nella scelta di uomini degni per tali responsabilità». Si realizzerebbe così un’operazione pedagogica, guidata e interpretata su base scientifica e culturale da persone preparate ed atte all’insegnamento dei valori e dei sistemi decisionali per le nostre Istituzioni. Il vescovo ha ringraziato l’Azione Cattolica diocesana per questo incontro, nella speranza che altri ne seguano per la formazione culturale di autentici cittadini-persone integrati in uno stato-omunità, proteso al bene comune. Questa è vera democrazia nella libertà e nella responsabilità.