Caritas diocesana

Le 4 del pomeriggio, i nostri giovani nelle periferie esistenziali del Paese

di Francesco Fisoni

Da Scampia a Cinisi, da Casal di Principe a Isola Capo Rizzuto, per il terzo anno consecutivo Caritas San Miniato e Pastorale giovanile propongono a tutti i ragazzi del nostro territorio una serie campi di solidarietà e prossimità.

Nelle primissime battute del vangelo di Giovanni è registrato – con una precisione quasi digitale – un orario: «Erano circa le quattro del pomeriggio». Siamo a Betania, sulle rive orientali del fiume Giordano, dove Giovanni Battista sta battezzando. È esattamente a quell’ora che il kairós (il tempo opportuno e propizio che non ritorna) irrompe nelle vite di Andrea e Giovanni: è esattamente a quell’ora, di quella giornata indefinita di due millenni orsono, che i nostri due giovani (dovevano avere poco più di vent’anni; Giovanni forse anche meno) incontrano Gesù e accettano il suo invito a seguirlo per vedere il luogo dove il Maestro abitava. Fiumi d’inchiostro – tra teologia e poesia – sono stati versati a commento di quell’annotazione cronografica: è un’esperienza che non si dimentica, che incide e cambia la vita. Un’esperienza che vale più di mille parole.

E proprio il versetto «Le 4 del pomeriggio» dà il nome anche a una proposta concreta di vangelo che la nostra Caritas diocesana, insieme alla Pastorale giovanile, propone per il terzo anno consecutivo ai giovani dei nostri territori. Una possibilità per stimolare i ragazzi a vivere esperienze di bene e di bellezza in alcune delle periferie esistenziali della nostra Penisola, luoghi di solitudine ma anche luoghi dove la solidarietà sa mettersi in moto e dove i nostri ragazzi avranno come guide persone che in quei luoghi ci abitano, si sporcano le mani e spezzano da tanti anni il pane della prossimità e della giustizia. Sette terre che saranno raggiunte dai pulmini Caritas tra inizio agosto e inizio settembre.

Don Tommaso Botti guiderà i suoi giovani, prima a Borgo Mezzanone in Puglia – dal 7 al 14 agosto – per un progetto di condivisione solidale con i migranti impegnati nei lavori agricoli delle sterminate campagne del foggiano (progetto realizzato insieme ai padri Scalabriniani impegnati da tempo a consapevolizzare sul problema del caporalato e dello sfruttamento dei migranti che avviene in agricoltura); e poi, dal 30 agosto al 4 settembre, don Botti sarà con un secondo gruppo in un’altra terra “difficile”, Scampia, per incontrare l’esperienza di Ciro Corona, fondatore dell’«Associazione Resistenza Anticamorra» che insieme alla «Cooperativa (R)esistenza» gestisce il fondo rustico «Amato Lamberti», il primo bene agricolo in assoluto confiscato a Napoli. Corona impegnato in attività di lotta civile e a sostegno della speranza, sarà insieme ai nostri ragazzi in uno dei quartieri napoletani di maggiore criticità e a N fortissima infiltrazione malavitosa. Don Luca Carloni guiderà invece la sua pattuglia a Isola di Capo Rizzuto nel crotonese (dal 7 al 14 agosto), terra di ‘ndrangheta che ha recentemente conosciuto la triste vicenda che ha coinvolto l’ex sindaca Carolina Girasole che – come ci ha raccontato lo stesso direttore della Caritas diocesana don Armando Zappolini – «ha avuto il coraggio di confiscare terre alla famiglia degli Arena, una delle più pericolose consorterie della ‘ndrangheta calabrese; e per questo atto di grande coraggio è stata minacciata, ha subito attentati alla sua casa e all’auto e per ultimo la ‘ndrangheta ha voluto anche infamarla, costruendo una falsa accusa di collusione con la mafia; accuse che sono state demolite nel primo processo, in appello e poi anche in Cassazione, facendo emergere pericolose complicità in pezzi deviati delle istituzioni.

Carolina oggi è tornata anche formalmente nella piena conferma della sua innocenza. Per cui – ha proseguito don Zappolini – andremo con i nostri giovani a Isola Capo Rizzuto a incontrarla, a vivere un’esperienza e a portare una bella forza per lottare sempre per la legalità, contro tutte le mafie». Un altro approdo (dal 9 al 14 agosto) sarà Cinisi, in provincia di Palermo, il paese di Peppino Impastato, dove don Udoji Onyekweli e Mimma Scigliano guideranno i giovani in un campo di formazione e lavoro presso la Cooperativa «Fiori di Campo» e a conoscere la «Casa memoria Peppino e Felicia Impastato». Don Ernesto Testi porterà invece il suo gruppo fino a Casal di Principe nelle terre dei fuochi segnate dal martirio di don Peppe Diana, dove resta incessante l’opera di contrasto alla malavita organizzata soprattutto grazie di diverse cooperative sociali e associazioni con cui i nostri giovani s’incontreranno. Don Tommaso Giani, infine, insieme a Massimo Vallatti, porterà dal 2 all’8 agosto un gruppo di ragazzi a fare un’esperienza nel quartiere Corviale di Roma. Massimo Vallati, ex calciatore ed ex ultras, da alcuni anni ha fatto nascere proprio a Corviale – immenso complesso in cemento armato, lungo un kilometro e mezzo alla periferia di Roma, in cui vivono 5000 persone – un’esperienza rivoluzionaria: il «Calciosociale», un’idea visionaria, che riscrive le regole del calcio per applicarle a una periferia esclusa ed emarginata, interessata da disoccupazione, abusivismo abitativo e devianza minorile, ma dove proprio questo esperimento di football sociale, ribaltando le regole dello sport competitivo e aggressivo crea i «presupposti di una nuova visione democratica del gioco e della vita in generale. A Corviale giocano tutti, senza distinzione di sesso e abilità e vince chi custodisce le cose e i valori anche fuori dal campo». Praticamente un piccolo “campo dei miracoli” dove sembra riscattarsi una intera comunità. Fanno da corona a queste proposte le mete spirituali di Taizé, dove ci sarà la possibilità di andare dal 15 al 22 agosto, e il «Corso zero» ad Assisi previsto dal 6 al 9 agosto con l’accompagnamento di Linda Latella.

Coloro che sono interessati a partecipare a una o a più di una iniziativa, possono scrivere a caritas@diocesisanminiato.it oppure a armando@zappolini.it.

Il viaggio in Sicilia sarà effettuato in aereo, gli altri viaggi saranno tutti in pulmino con benzina e autostrada a carico della Caritas. Per i vari soggiorni verrà chiesto un contributo a ciascuno dei partecipanti, sperando che anche i parroci contribuiscano per favorire la partecipazione dei loro ragazzi.