L'omelia per l'inizio della Quaresima

La parola del Vescovo nel giorno delle Ceneri

+ Andrea Migliavacca

Iniziamo il tempo quaresimale come tempo della operosità di Dio, il tempo per lasciar fare a Lui…

Per noi questo è un tempo favorevole, come ci ricorda la seconda lettura, per consentire a Dio di operare in noi, nella nostra vita; è tempo favorevole per imparare a fidarci di lui e ad affidare il nostro cammino di vita.

Anzitutto dunque la Quaresima è tempo della azione e della operosità di Dio.

La prima lettura ci indica il nome di Dio, chi è il Signore e lo fa con degli attributi che raccontano la sua azione: Il Signore vostro Dio è “misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”. E così si racconta l’agire di Dio, come lui opera…

In questa pagina poi tutta l’assemblea si raccoglie in festa: ancora un modo per dire la presenza e l’azione di Dio nella vita del popolo.

La seconda lettura invita: “Lasciatevi riconciliare con Dio”: c’è un Dio che cerca, che fa il primo passo, che desidera l’incontro, vuole raggiungerci e toccare il cuore. E si parla del Figlio che è fatto peccato per noi, per la nostra salvezza, a nostro favore. Infine si invita ad accogliere la grazia di Dio e si racconta di Dio con tenerezza che “Ti ho esaudito…”; “ti ho soccorso”. Anche in questa pagina di Paolo dunque si parla della azione di Dio.

Nel vangelo: elemosina, preghiera e digiuno. Per queste opere Gesù chiede il segreto, la discrezione, il nascondimento. E se così si agisce allora, per ognuna di queste opere, annota il vangelo: “Il padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Ancora una volta è il Padre che fa e la segretezza è un atteggiamento per mettere in luce l’agire di Dio, la sua iniziativa. Questi atteggiamenti consentono di svelare l’opera di Dio.

In questa luce della operosità di Dio possiamo raccogliere anche le indicazioni che le letture danno al credente. Cosa deve fare?

A noi è chiesto di lasciare che Dio compia la sua opera buona in noi, il suo regalarci la vita.

Così la prima lettura: “Ritornate a me, laceratevi il cuore”. E’ una esortazione che richiede di fare spazio a Dio e alla sua opera nella nostra vita.

La pagina di Paolo ci dice: “Lasciatevi riconciliare con Dio”. Si tratta di lasciarci commuovere dalla misericordia di Dio, dal suo volerti bene.

E il vangelo: elemosina, preghiera e digiuno sono i segni della vita che cambia, che è rinnovata, che quindi compie le opere di chi lascia operare Dio nella vita.

A noi è chiesto l’atteggiamento di accoglienza, di stupore e fiducia dell’opera di Dio che suscita la nostra conversione.

Oggi ci affidiamo al Signore per questo tempo favorevole che iniziamo.

Non abbiamo da esibire o da promettere le nostre opere, ma ci apriamo stupiti e fiduciosi all’opera di Dio che in noi è opera di bene, di salvezza.

E ci apriamo alla preghiera.

Chiediamo al Signore che compia in noi la sua opera buona, la conversione, il dono della vita; chiediamo a Lui che susciti in noi i segni della conversione, come l’elemosina, il digiuno, la preghiera; domandiamo che ci rinnovi in qualche aspetto della nostra vita bisognoso di benedizione e di conversione, segnando con concretezza la nostra esistenza.