1622-2022, i nostri 400 anni

Intervista al vescovo sul cammino verso il giubileo della diocesi

di Francesco Fisoni

Riproponiamo l’intervista del settimanale “La Domenica” fatta al vescovo Andrea sul cammino di avvicinamento al giubileo della diocesi e sulle iniziative per l’anno giubilare 2022-2023.

Eccellenza, il 5 dicembre 2022 inizieranno le celebrazioni per il giubileo della nostra diocesi, a 400 anni dalla sua fondazione.

«Sarà un anno particolarmente importante, un anno ricco di celebrazioni e proposte, di riflessione e di preghiera. Le dinamiche e le iniziative per quell’anno giubilare, che andrà dal 5 dicembre 2022 fino alla conclusione dell’anno liturgico (festa di Cristo Re del 26 novembre 2023, ndr), verranno definite prossimamente».

L’itinerario di avvicinamento a questa ricorrenza, strutturato in tre anni, era ricco di appuntamenti. Poi è arrivato il Covid a complicare tutto…

«Si, era stato predisposto un itinerario di preparazione dal 2019 al 2022, con tutta una serie di appuntamenti richiamati anche nel libretto “Pronti a salpare…”. Il Covid ha rimesso tutto in questione. In questo cammino triennale, siamo oramai entrati nel secondo anno. Stiamo constatando che alcune iniziative sarà possibile mantenerle, altre andranno invece interamente ripensate. Queste iniziative erano, e sono, il frutto di un ampio confronto portato avanti con gli organismi diocesani: innanzitutto con il collegio dei consultori, il consiglio presbiterale e il consiglio pastorale diocesano. Poi c’è stata una consultazione anche con un gruppo di lavoro più ampio, rappresentato dagli uffici pastorali e da varie associazioni e movimenti che hanno portato i loro contributi e le loro idee. Tutte queste proposte sono state poi distillate e raccolte proprio in “Pronti a salpare…”».

Il cammino di preparazione al giubileo ha come titolo «Per Cristo, con Cristo, in Cristo», e il primo anno (2019-2020) prevedeva un’attenzione particolare ai temi del «vangelo annunciato e alla buona novella». Cosa è stato possibile mantenere del programma previsto inizialmente?

 «Sul tema del vangelo annunciato e della buona novella – legato al “Per Cristo” a cui fai riferimento – è stato possibile approfondire alcune dimensioni: penso per esempio all’incontro fatto sul tema vocazionale, che riguarda un po’ le sorgenti dell’annuncio. Abbiamo posto attenzione al tema dell’adorazione eucaristica conferendo centralità all’adorazione perpetua a Le Capanne. C’è stata anche la celebrazione liturgica all’inizio del percorso del triennio e abbiamo avuto monsignor Tardelli il 25 agosto scorso per le celebrazioni di San Genesio, patrono di San Miniato e della diocesi. Quindi, in realtà, quello che era stato programmato per questo primo anno di cammino, in buona parte, è stato realizzato. L’attuale anno pastorale, iniziato a settembre, come tema tratta il “Con Cristo” e intende invece sottolineare le tematiche della vita comunitaria e della carità».

A questo proposito quali saranno adesso le coordinate da seguire nella pastorale della diocesi (e nella pastorale delle parrocchie) in avvicinamento al 2022?

«Un primo spunto proviene dalla pastorale ordinaria. Che proprio a causa della pandemia siamo chiamati a vivere non come ripetizione ma come qualcosa che si deve rinnovare. Anzitutto credo sia importante sollecitare nelle comunità cristiane una riflessione su quello che stiamo vivendo e sulle ricadute che può avere nel vivere il vangelo, l’annuncio e la pastorale. E poi direi che le coordinate sono nel libretto poc’anzi citato – “Pronti a salpare…” – che contiene il riassunto dei laboratori diocesani del 2018 e 2019. I contenuti emersi dai laboratori sono un grande stimolo per parrocchie, vicariati e commissioni, tutte realtà che sono invitate a mettere in atto e applicare quello che lì vi è scritto».

La visita pastorale, iniziata dal IV vicariato nell’ottobre 2019, s’inseriva, anno dopo anno, armonicamente in questo cammino. Dopo l’interruzione nel marzo 2020, a causa del primo lockdown, a che punto siamo adesso e come intende riprenderla e portarla avanti?

«La visita pastorale era un’avventura bella che stavo vivendo insieme alle comunità della diocesi. Si è interrotta domenica 8 marzo con la visita alla Collegiata di Fucecchio, quasi con la rincorsa alle spalle del “nemico”, ossia del contagio che stava prendendo campo. Il desiderio è di riprenderla a fine febbraio da dove ci eravamo fermati, quindi dalle parrocchie del IV vicariato che restavano da visitare e poi da lì proseguire. Proprio ai vicariati ho già comunicato un ipotetico calendario. Vedremo se la situazione sanitaria ci permetterà realmente di riprendere a fine febbraio».

È al momento attivo un gruppo di lavoro per la realizzazione delle varie iniziative?

«Si, e dovrebbe anche essere costituito un comitato tecnico scientifico cui sarà chiesto di occuparsi degli aspetti storici, artistici e culturali di questa ricorrenza».

I pellegrinaggi diocesani che erano previsti in questo triennio (in Terra Santa, a Lourdes e a Roma) sarebbero stati momenti centrali, utili anche a cementare la comunione tra le varie comunità della diocesi. Resta il proposito di compierli se le condizioni sanitarie lo consentiranno?

«Questi pellegrinaggi fatti in luoghi così carichi di simbolismo, aiuterebbero a porre un segno diocesano importante, un segno di cammino e di arricchimento. Rimane certamente il desiderio di realizzarli.

Il gruppo di lavoro sul giubileo, che si è recentemente riunito, ha valutato che in virtù dei rischi sanitari, per adesso non è possibile fare previsioni su pellegrinaggi che richiedano una notevole complessità negli spostamenti. Sta però maturando l’idea di vivere pellegrinaggi più accessibili. Per esempio stiamo considerando di effettuarne uno nella prossima primavera a Lucca, che è la Chiesa da cui San Miniato originariamente nasce. Un’altra meta, da raggiungere più avanti nel tempo, potrebbe essere Pavia, la mia città di provenienza. Sarebbe questo un pellegrinaggio da effettuare con la prospettiva di conoscere la figura di Sant’Agostino, le cui reliquie sono venerate nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro proprio a Pavia. E al rientro potremmo programmare una sosta a Piacenza, per ricordare e celebrare il vescovo Paolo Ghizzoni».

Quali iniziative spirituali e culturali, al netto delle attuali difficoltà, si vorrebbe realizzare? Sarà conferita attenzione anche alla dimensione caritativa e missionaria?

«Per quanto concerne le iniziative spiritual e culturali ne cito due: sono in calendario, prima della Pasqua, gli esercizi spirituali diocesani da viversi in presenza ma anche con diretta streaming, così come il percorso delle lectio bibliche mensili, iniziato a novembre, che sto tenendo in diretta facebook. E poi, dal punto di vista culturale, sottolineerei l’intenzione di pubblicare e presentare un libro sulle origini della nostra diocesi. Sempre in prospettiva culturale stiamo poi pensando alla realizzazione di alcune mostre di carattere storico-pastorale che ci aiutino a entrare meglio nello spirito del giubileo. Certamente non mancherà neppure la dimensione caritativa e missionaria».

Tra le varie iniziative previste ce n’è una molto suggestiva: nella quaresima del 2022 la lettura integrale della Bibbia con diretta streaming…

«Esatto, sarebbe nostra intenzione realizzarla. Stiamo consultando altre diocesi dove è stata realizzata, per capire metodi e attenzioni operative da mettere in atto. Credo che sarà una benedizione e un bel segno di evangelizzazione e annuncio per la nostra diocesi».

Eccellenza, la nostra cattedrale, con la sua facciata così connotata, è uno dei più straordinari e commoventi lasciti del Medioevo alla terra di San Miniato. Sappiamo che era suo desiderio metterla al centro di questo giubileo promuovendovi pellegrinaggi e visite…

«La cattedrale rientra nel tema di questo anno pastorale, proprio perché tocca il tema della comunità. È la Chiesa madre e il segno unitario della diocesi perché luogo che conserva la cattedra del vescovo, indicando in questo modo che il vescovo è il principio di unità nel cammino della diocesi. Sarebbero previsti alcuni incontri formativi e di riflessione proprio sul tema della cattedrale. Il programma prevedeva anche dei pellegrinaggi da parte dei vicariati e delle parrocchie. Per ora tutto questo, causa pandemia, non sarà possibile realizzarlo. Rimane però come proposito, da valutare in base all’evoluzione della situazione sanitaria complessiva».

Il Giubileo sarà anche l’occasione per riscoprire alcune figure di preti e laici significativi nella storia della diocesi?

«Si certamente, questo era già previsto nel nostro cammino di preparazione: riscoprire figure concrete di preti e di laici che hanno vissuto l’esperienza di fede nella diocesi è un modo non solo per andare alle radici, ma per ritrovare ancora oggi la vitalità del vangelo. Tra tutti basterebbe ricordare Alberto Giani, una figura di laico da riscoprire, oppure lo stesso monsignor Paolo Ghizzoni».

A conclusione di questa intervista, c’è qualcosa che vorrebbe dire alla nostra gente in vista del giubileo?

«L’evento che ci attende è centrale nella storia della Chiesa di San Miniato. La celebrazione di questo giubileo arriverà dopo l’esperienza inedita e imprevista della pandemia. Tutto ciò deve rappresentare un forte stimolo per un’opera di rinnovamento della vita della nostra Chiesa, delle nostre comunità, del nostro annuncio. Un po’ ricordando anche quello a cui papa Francesco ci richiama quando afferma che il peccato più grande sarebbe quello di sprecare l’occasione di rinnovamento che la pandemia – tristissima vicenda – ci offre. Il giubileo potrebbe allora essere occasione di rilancio della nostra Chiesa e di ripensamento alla luce di quello che stiamo vivendo oggi».