Incontro con "Pax Christi"

«In piedi, costruttori di Pace»

di Francesco Sardi Don Francesco Ricciarelli

In una serata di formazione rivolta a tutti i fedeli della diocesi, svoltasi nella parrocchia di San Miniato Basso, la testimonianza di figure impegnate nella promozione della pace e della fraternità tra gli uomini alla luce del Vangelo. La testimonianza di Pax Christi nell’intervento di monsignor Giovanni Giudici, mentre don Salvatore Leopizzi ha ricordato l’insegnamento e l’eredità spirituale del vescovo don Tonino Bello.

Nel Giorno della memoria, giovedì 27 gennaio, si è svolto un importante incontro di formazione alla pace nella chiesa della Trasfigurazione a San Miniato Basso sul tema «Fratelli Tutti e fraternità mondiale». L’argomento è stato affrontato alla luce dell’esperienza di Pax Christi, il movimento cattolico nato in Francia nel 1945 per promuovere la pace e la riconciliazione tra i popoli.

Ne sono stati relatori monsignor Giovanni Giudici, vescovo emerito di Pavia, che dal 2009 al 2014 è stato presidente nazionale di Pax Christi, e don Salvatore Leopizzi, parroco di Gallipoli e membro della stessa associazione. Il ruolo di moderatore è stato affidato a Pio Castagna, che di Pax Christi è coordinatore regionale. L’iniziativa si è svolta alla presenza del nostro vescovo Andrea e della comunità dei fedeli della diocesi. Nella sua introduzione, Pio Castagna ha sottolineato quanto la giornata della memoria sia cara al movimento di Pax Christi. I suoi fondatori, infatti, in un campo di concentramento tedesco furono vittime e testimoni della inumanità della guerra, di tanta sofferenza e morte, e tanta cieca obbedienza da parte dei carnefici dell’Olocausto. Si promisero che, qualora fossero stati liberati, si sarebbero impegnati per la pace con la formazione di un movimento internazionale. «Oggi ci sono, però, altri olocausti – ha N ricordato Castagna -: L’olocausto possibile di una guerra nucleare, l’olocausto di un pianeta a rischio per un’economia che uccide, l’olocausto legato all’emergenza relazionale, agli atteggiamenti di odio, intolleranza, prevaricazione». Ecco allora il punto fondamentale: il cammino della pace all’interno della Chiesa, alla luce del magistero di Francesco, per promuovere la fraternità universale.

Monsignor Giudici, si è collegato all’incontro in videoconferenza. Nel suo intervento ha evidenziato il legame tra impegno per la pace ed evangelizzazione, che papa Francesco ha messo al centro dell’attenzione nel suo pontificato. «Facendo il nostro lavoro di trovare legami per la pace, – ha detto monsignor Giudici – di denunciare gli errori che si commettono in questo campo a livello sociale e personale, indichiamo agli altri che un tema così grande come quello della pace non può essere affrontato al di fuori di una prospettiva di fede». La fede infatti, ha ribadito, non è il frutto degli sforzi umani ma è anzitutto frutto di un dono di Dio. Riprendendo l’insegnamento del Concilio Vaticano II sulla Chiesa come segno e strumento dell’unità di tutto il genere umano, il presule ha evidenziato come il tema della pace e della riconciliazione sia al centro dell’annuncio e della testimonianza della Chiesa stessa. Per questo papa Francesco ha indirizzato l’enciclica «Fratelli Tutti» non solo ai cristiani ma a tutti gli uomini di buona volontà, presentando loro la Chiesa come segno e strumento della fraternità universale. Sulla stessa linea si pone Pax Christi, che intende rivolgere alla comunità umana questo invito: «Riconosci ogni essere umano come fratello e sorella e ricerca un’amicizia sociale che includa tutti». Monsignor Giudici, nell’ultima parte del suo intervento, ha esortato tutti ad assumere atteggiamenti concreti di solidarietà, perdono e ricerca della giustizia, credendo nella pace per diventare «operatori di pace».

Come ultimo relatore ha preso poi la parola don Salvatore Leopizzi, parroco di Gallipoli in provincia di Lecce, che ha rievocato la sua amicizia con don Tonino Bello, «precursore della “Fratelli Tutti”», del quale è stato proiettato un epocale discorso tenuto all’arena di Verona nel 1989 su pace, giustizia e salvaguardia del creato. «In piedi, costruttori di pace! Con queste parole don Tonino esortava alla costruzione di un mondo più bello, più giusto, non violento». Don Leopizzi ha ricordato le scelte concrete del vescovo di Molfetta, per il quale è in corso il processo di beatificazione: la sua vicinanza ai poveri e ai detenuti, l’obiezione fiscale alle spese militari, portata avanti in mezzo a tante incomprensioni e critiche per dare seguito al forte richiamo di Giovanni Paolo II: «Mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutto e violenze». Un episodio ricordato da don Leopizzi riguardo a don Tonino Bello, fu il suo ultimo Capodanno, pochi mesi prima della sua morte avvenuta il 20 aprile 1993. Andò con altri 500 volontari a Sarajevo, quando era già in chemioterapia, fisicamente stremato, per testimoniare una presenza di Chiesa attenta, che non si gira dall’altra parte, per portare l’annuncio che con le armi non si risolve niente ma solo il dialogo, il confronto, la nonviolenza attiva possono favorire la cultura dell’incontro. «Sulla tomba di don Tonino Bello, nel cimitero di Alessano, – ha ricordato infine don Leopizzi – c’è scritta una frase che costituisce il suo programma di vita che può essere anche il nostro: Ama la gente, i poveri soprattutto, e Gesù Cristo; il resto non conta niente».

Sotto il video dell’incontro.