« Andrà tutto bene »

Il segno dell’arcobaleno e quella promessa di vita

di don Francesco Ricciarelli

Non è un semplice fenomeno ottico atmosferico, l’arcobaleno. È un simbolo evocativo e affascinante, universalmente riconosciuto. In questi giorni campeggia nei disegni dei bambini e sui lenzuoli appesi alle finestre insieme alla scritta: «Andrà tutto bene». Una frase che a qualcuno è parsa ingannevole e velleitaria, ma che in realtà acquista forza proprio grazie al simbolo che l’accompagna. Un simbolo che ha radici profonde nella nostra cultura. Nel libro della Genesi, l’arcobaleno è il segno che Dio dà a Noè e a tutti gli esseri viventi, al termine del diluvio universale, come promessa che una simile distruzione non si ripeterà mai più. Dio si impegna in questa promessa, sancendo un’alleanza cosmica: «Quando radunerò le nubi sulla terra – recita il testo sacro – e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra» (Genesi 9,14-16).

Si tratta di un evidente antropomorfismo. Dio non ha bisogno di un segno per ricordare i propri impegni. Il pro-memoria è rivolto piuttosto all’uomo, perché non dimentichi che Dio agisce sempre in favore della creazione e che la vita di uomini e animali dipende dalla sua Provvidenza. Il Creatore, quindi, non dimentica di prendersi cura della sue creature. Questa rassicurazione nei confronti della nostra fragile umanità è al tempo stesso un’invocazione nei confronti di Dio. In questa prospettiva, quei disegni infantili sono meno ingenui e superficiali di quanto si possa pensare.

Non è stata solo la rivelazione biblica ad ammantare di un significato simbolico questo fenomeno naturale. La comparsa dell’arcobaleno sulle nubi del cielo ha evocato negli uomini antichi di tutte le latitudini sentimenti di natura religiosa. Nell’antica Grecia, Iris, la dea vestita di gocce di rugiada, scendeva dal cielo per comunicare agli uomini i comandi di Zeus e di Era. In ambito irlandese è sorta la leggenda, poi diffusasi ad altre culture, che un tesoro, una pentola piena d’oro, sia nascosta alla fine dell’arcobaleno.

Nell’antica Cina, l’arcobaleno rappresentava la congiunzione tra Yin e Yang, gli elementi cosmici femminile e maschile, mentre in India era visto come l’arco di Indra, usato dal dio del fulmine e del tuono per scoccare i suoi dardi. In Perù l’arcobaleno era associato al culto del dio Sole e gli Inca lo raffiguravano sui loro emblemi e insegne. E gli esempi si potrebbero moltiplicare.

Nel cristianesimo medievale il simbolo dell’arco tra le nubi si è ulteriormente arricchito di nuovi significati. Un cronista del XII secolo, Goffredo da Viterbo, vedeva nei suoi tre colori principali l’immagine del diluvio universale (blu), della dissoluzione di tutte le cose nel fuoco (rosso) e della nuova creazione (verde). Una sorta di sintesi cromatica della storia del mondo. I sette colori sono stati poi messi in relazione ai sette Sacramenti e ai sette doni dello Spirito Santo, mentre la figura dell’arco ha assunto un significato mariano: la Beata Vergine Maria vista come l’arco che congiunge la terra e il cielo.

La suggestione dell’arcobaleno non è venuta meno col disincanto della modernità e con l’affermarsi della mentalità scientifica: anche nella nostra epoca la sua immagine poetica ha fatto più volte capolino nelle arti visive, nella letteratura e nelle canzoni (una per tutte, «Over the Rainbow»).

Dagli anni ’60 del secolo scorso, l’arcobaleno è diventato anche una bandiera, benché i suoi colori siano invertiti (i toni freddi in alto e quelli caldi in basso) rispetto all’ordine naturale. La bandiera arcobaleno fece la sua comparsa in Italia nel 1961, in occasione della prima marcia per la pace da Perugia a Assisi. Ma è stato nel 2002 che la popolarità di questa bandiera è esplosa, in seguito all’iniziativa «Pace da tutti i balconi», promossa da padre Alex Zanotelli contro la guerra in Iraq. I colori dell’arcobaleno, nell’ordine originario ma ridotti a sei, formano anche la bandiera adottata dal movimento omosessualista, a partire dagli anni ’80 negli Stati Uniti. Il creatore di questa bandiera arcobaleno ha associato i suoi colori (inizialmente otto, poi ridotti a sei) ai principi cardine della filosofia New Age: sesso, vita, salute, sole, natura, magia, serenità, spiritualità…

Probabilmente chi ha storto il naso di fronte al messaggio di speranza ultimamente affidato ai disegni dei bambini e agli striscioni variopinti, vi ha ravvisato la stessa vacuità New Age. In realtà, riprendendo il tema biblico dell’alleanza con Noè, potremmo tornare a vedere nell’arcobaleno un simbolo positivo, non legato a un’ideologia ma orientato verso una promessa. La promessa che tutto andrà bene perché Dio, nonostante le malefatte dell’umanità, non ci abbandona e vuole ancora la salvezza di tutti i suoi figli.