Campi Estivi 2022

Grest: l’impegno pastorale della nostra Diocesi per i giovani

La Redazione

«Le innumerevoli parrocchie e associazioni che si spendono ogni anno per organizzare campi scuola, raccontano la ricchezza delle nostre realtà ecclesiali come “portatrici sane” di idee pastorali tagliate su misura per i giovani. Trovo di grande valore che in questi campi, nella veste di educatori e animatori, siano coinvolti altri giovani che fanno un loro cammino formativo per vivere questo servizio. Siamo qui davvero in presenza di una delle dinamiche pastorali più fruttuose della nostra diocesi, ed è un dono per me poter essere presente a queste realtà, poterle incontrare come vescovo e come amico». + A. Migliavacca


Siamo ormai arrivati al grande esodo delle vacanze. Agosto è il mese del distacco dalle fatiche del lavoro. Le fabbriche per un periodo fermano la produzione e i mercati attendono la nuova stagione. La voglia di trascorrere alcuni giorni lontani dalle preoccupazioni lavorative amplifica i nostri desideri nella gioia di viverli in circostanze per ognuno più piacevoli. Le sagre paesane, dopo tanto tempo, hanno ricominciato a riunire le comunità nel folclore delle tradizioni. La programmazione di gite, di soggiorni marini o montani si è resa concreta: la vacanza finalmente è arrivata. In queste settimane infuocate, le nostre comunità parrocchiali hanno cercato di organizzare campi estivi per i nostri ragazzi, rianimando non solo ambienti diocesani che nel tempo sono stati eretti, ma anche scegliendo luoghi più spartani ma sempre idonei e sicuri per sostenere tali attività.

La nostra Chiesa diocesana si fa viva, partecipe alla gioia estiva, riunendo schiere di ragazze e ragazzi, offrendo loro, nel divertimento, la bellezza della vita giovane, spensierata, ma in connubio con formazione ed educazione civica e religiosa. I nostri sacerdoti, con il vescovo Andrea, sono in prima linea, coadiuvati da educatrici ed educatori, volontarie e volontari, con donne ed uomini zelanti al servizio per cucina, pulizie, ordine. Un esercito di uomini e donne per rendere gioioso questo periodo spensierato e costruttivo per i nostri ragazzi. Dobbiamo dirlo con umiltà ma con convinzione: la nostra chiesa diocesana è viva, rigogliosa, animata, «è rock», come ebbe a definirla un po’ di tempo fa don Armando Zappolini. È vero…, poiché con il termine “rock” oggi si vuole anche evidenziare uno stile non solo musicale, ma un’attitudine di principio, di dinamismo; l’espressione fu usata per la prima volta nel 1951 da Cleveland Alon Freed, che per definire la diffusione della musica nera tra i ragazzi bianchi, parlò di «rock and roll» (“dondolare e rotolare”). Questo termine oggi più che mai è attualissimo, non solo per identificare e classificare un certo modo di fare musica, ma anche per veicolare un concetto: nel nostro caso specifico è “rock” chi ha una marcia in più nel condividere, nel donare a chi ne ha veramente bisogno, un tenore di vita, di progresso, di giustizia, di convivenza fraterna. E non possiamo raggiungere questi risultati solo offrendo cibo e vestiario, ma, in primis, elargendo formazione ed educazione che poi, nel rispetto della libertà dell’individuo, devono essere trasformate in linee guida per la vita.

La nostra Chiesa ha messo tutto a disposizione: la colonia di Gavinana, gestita dall’Azione Cattolica, la struttura di Prataccio, rinnovata per opera dei nostri sacerdoti come campi scuola per scout e per tutti i ragazzi, la struttura di Fivizzano del Movimento Shalon, con i centri diurni di Fucecchio, Santa Croce, Forcoli, Palaia e all’isola del Giglio ed infine tanti altri luoghi che ogni parrocchia ha scelto per i propri ragazzi. Tutto questo testimonia in quale misura la nostra chiesa diocesana si è movimentata per offrire, nell’unione, la sua attenzione e il suo grande cuore che pulsa di amore, di responsabilità, verso i nostri giovani. La nostra chiesa non è costituita solo da frasi teoriche, espressioni letterarie ed accademiche, ma da realtà operanti, vere, oggettivamente reali, derivanti da quel Catechismo, sintesi di vita del buon cristiano. Niente è superiore a questo indirizzo dottrinale, ma tutta la nostra vita lo dovrebbe seguire e tutto, nelle sue indicazioni, si fonde. Possiamo cambiare la forma, il frasario, ma la sostanza rimane. Anche per gli adulti, oltre ai corsi di aggiornamento presso le varie strutture, la nostra chiesa offre indicazioni per la scelta di “vacanze religiose” dove la parola si converte al silenzio. In questi luoghi si cerca di esplorare il nostro io, di capire da che parte andiamo, di verificarne la posizione del cammino. L’eremo è il luogo più perfetto per questa verifica ed il monachesimo ha il valore di mostrare che si può vivere diversamente dall’attuale, aprendosi a spiragli nuovi. Le ore, i giorni trascorsi nell’eremo ti indicano che la vera rivoluzione è rientrare dentro noi stessi per sperimentare un mutamento dello stato di coscienza.

Vi sono offerte per tutti per rigenerare la nostra coscienza e conoscenza. Viva la nostra chiesa diocesana, viva le vacanze in centri di svago, di giochi, ma anche palestra di formazione, in cui oltre al pallone, alle passeggiate, vi sono sui tavoli dei libri che chiamano alla loro lettura. La possibilità di concedersi alla lettura, soprattutto nel tempo del riposo, aiuta scoprire i contenuti del passato e a interpretarli, rielaborarli e diffonderli nuovamente. E quale libro più importante della Bibbia vi può essere per questo scopo? È uno dei più grandi capolavori di saggezza religiosa dell’umanità: è il grande codice delle nostre radici culturali e religiose che ha segnato la storia dell’umanità e della cultura universale. Apriamo questo libro ed i campi estivi diventeranno veramente guida civica e religiosa della vita anche nella giovane età.