Ufficio Catechistico

46° Convegno Catechistico Diocesano

San Romano, 31 Agosto e 1° Settembre 2017 - ore 18-23

“Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna,  nella frazione del pane e nelle preghiere… tenevano ogni cosa in comune… frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore…” (Cfr. At 2,42-47)

La Comunità parrocchiale, soggetto della catechesi

Quale cammino per un gruppo di catechisti?


 

Si è tenuto, giovedì 31 agosto e venerdì 1°settembre, a San Romano, il 46° Convegno catechistico diocesano sul tema: “La Comunità parrocchiale, soggetto della catechesi. Quale cammino per un gruppo di catechisti? Il nostro incontrarsi è stato in primo luogo un momento di discernimento, di condivisione e di crescita nel cercare di tracciare con l’aiuto dei relatori, don Matteo Dal Santo e Roberta Casoli dell’Arcidiocesi di Milano, alcune buone prassi per le nostre comunità parrocchiali e per i gruppi di catechisti, chiamati a vivere la loro missione di annunciatori e testimoni della vita buona in Cristo.

1. La comunità soggetto dell’Iniziazione cristiana
"La comunità parrocchiale deve restare l'animatrice della catechesi e il suo luogo privilegiato" (Esortazione Apostolica, Catechesi Tradendae, 67). Don Matteo Dal Santo nel suo intervento e nelle sue risposte ha confermato, citando un proverbio africano pronunciato da Papa Francesco:“Per educare un figlio ci vuole un villaggio”,  che la trasmissione della fede ha bisogno di una comunità che amplifichi la Parola di Dio. La comunità cristiana fa l’Iniziazione cristiana e nello stesso tempo l’Iniziazione cristiana fa la comunità cristiana. Il relatore ha riportato l’esperienza di una catechesi di Iniziazione cristiana a quattro dimensioni, la Parola di Dio, la liturgia e la preghiera e l’esperienza di Chiesa: comunità e famiglia, che tocca il vissuto dei ragazzi, affermando che l’immersione nella vita della Chiesa non è solamente un obiettivo fondamentale della catechesi, ma è piuttosto il luogo da abitare perché avvenga l’incontro personale con Gesù.
La comunità cristiana che crede, che celebra, che ama, che serve, che educa, che condivide, che testimonia, è questa comunità il luogo dove si vede, si incontra, si vive Gesù e la speranza che da Lui proviene. È la comunità il luogo del miracolo, dove emerge la vita buona del Vangelo. È questo miracolo che convince, che persuade, che è capace di interrogare, di inquietare anche i più distratti. La comunità è il luogo che possiamo indicare come il luogo in cui si può vedere, sperimentare il Mistero.
Ma anche qui è opportuna una precisazione. È chiaro che la comunità cristiana normalmente coincide con la parrocchia, ma dobbiamo essere anche aperti e disponibili a riconoscere dove accade il Mistero, dove accade la presenza di Gesù, anche se questa Presenza emerge oltre le nostre strutture organizzative. Siamo noi a servizio dell’Evento di Cristo non viceversa.
Occorre piuttosto pensare alla parrocchia come una vera e propria comunità missionaria, strutturata da vere relazioni umane, grembo materno della fede, luogo della Parola, dell’Eucaristia e della fraternità.

2. I gruppi di catechisti parrocchiali
L’Iniziazione cristiana è “espressione di una comunità che educa con tutta la sua vita e manifesta la sua azione dentro una concreta esperienza di ecclesialità” (Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, Annuncio e catechesi per la vita cristiana, 14). E’ necessario che la proposta di Iniziazione cristiana si esprima nei “quattro pilastri” della comunità cristiana (Cfr. At 2,42-47).
Roberta Casoli, citando una frase di Papa Francesco rivolta ai sacerdoti riguardo all’omelia, “il predicatore ha la bellissima e difficile missione di unire i cuori che si amano: quello del Signore e quello del suo popolo” (Evangelii Gaudium, 143), afferma che questo vale anche per i catechisti. L’educazione alla fede, la descrive come un atto generativo, un’espressione di maternità e paternità nella fede. Invita a un metodo narrativo della catechesi piuttosto che dottrinale coinvolgendo più figure e carismi della parrocchia e dell’Unità pastorale. Suggerisce di allargare gli sguardi e creare processi per una buona pratica catechetica.
A conclusione del Convegno, ascoltando le relazioni e le sintesi del lavoro svolto a livello vicariale, il nostro vescovo Andrea ha offerto degli stimoli per il percorso di catechesi: guardare il lato positivo di ciò che si sta vivendo nelle parrocchie senza domandarci perché i ragazzi non vengono più ma piuttosto chiederci con che cosa vanno via. Propone un cammino formativo per i gruppi di catechisti. I catechisti sono costruttori di comunione, chiamati ad in­tessere rapporti di comunione tra i ragazzi, i genitori e la comunità parrocchiale e a edificare la comunità ec­clesiale mediante l’animazione degli itinerari di Iniziazione cristiana. Essi hanno il compito di abilitare anche i ragazzi ad amare la loro comunità parrocchiale e a valorizzare in essa le proprie attitudini, i propri carismi, “per il bene comune”. Il processo globale di Iniziazione cristiana, all’interno della parrocchia, richiede la presenza e la collaborazione di più persone, particolarmente di tutte le figure educative presenti nella comunità, seguendo la tripartizione tipica della vita cristiana secondo la Parola, la liturgia e la carità.
Il progetto dell’Iniziazione cristiana stimola la parrocchia a trasformarsi in una “comunità tutta ministeriale”: una comunità di fratelli e sorelle corresponsabili dell’unica missione della Chiesa e disponibili a mettere al servizio degli altri i doni ricevuti dallo Spirito del Signore. E’ importante che cresca in tutti la consapevolezza che “l’Iniziazione cristiana non è una delle tante attività della parrocchia, ma l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre” (Educare alla vita buona del Vangelo, 40).
Inoltre auspica, per l’anno pastorale 2017-2018, che si costituisca un gruppo di lavoro a livello diocesano che si occupi di un progetto unitario di catechesi e di alcuni temi specifici. Il presule ha salutato e ringraziato tutti i catechisti e i sacerdoti per il loro prezioso servizio annunciando due prossimi appuntamenti: il 17 settembre a Castelmartini la 12a Giornata per la Custodia del Creato e il 01 ottobre a San Miniato la Conferenza di p. Enzo Bianchi sull’Enciclica “Evangelii Gaudium”.
Urge per le nostre comunità, fatte di laici, preti e religiosi, il bisogno di sostare davanti a Gesù Eucaristico nella preghiera silenziosa per ritrovare forze nel costruire la comunità. Abbiamo bisogno di sostare per comprendere come ci ricorda Papa Francesco, che anche nella vita delle nostre comunità il tempo è superiore allo spazio, che l’unità prevale sul conflitto, che la realtà è più importante dell’idea e che il tutto, la comunità, è superiore alla parte.
E’ importante camminare insieme, senza aver paura del rinnovamento, ma fiduciosi nella presenza del Signore, che è “sempre con noi” (Cfr. Mt 28,20), e nell’azione dello Spirito Santo, che accompagna tutta la Chiesa nel suo cammino verso il Padre.

​Don Sunil Thottathussery


Presentazione del Convegno

Gesù accetta l’invito a entrare nella casa dei suoi compagni di viaggio e siede a tavola con loro.

Gli offrono il posto d’onore. Egli è al centro. Loro gli stanno a fianco. Loro lo guardano. Lui li guarda.

C’è intimità, amicizia, comunità.

 Henri J. M. Nouwen

 

Dio è la chiave, il fulcro della gioia del vivere insieme, del diventare comunità. Il diventare amici in Lui non parte dalla nostra iniziativa, ma dalla sua: "Io ho scelto voi" e da questo suo testamento spirituale nasce la prima comunità cristiana che vediamo sinteticamente e meravigliosamente descritta con poche parole nel brano degli Atti degli Apostoli (2,42-47): “Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna,  nella frazione del pane e nelle preghiere… tenevano ogni cosa in comune… frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore…”.

Il modello di comunità a cui ci chiama Gesù e che i primi discepoli hanno realizzato può sembrarci utopistico e impossibile da realizzare ma ognuno di noi è “pietra viva”, chiamato ad edificare una comunità che si nutre della relazione con il Signore e con i fratelli.

Una bella fotografia con i colori sbiaditi dal tempo…

Molte analisi sono state fatte sulla parrocchia, recentemente, anche soltanto attorno alla sua capacità evangelizzatrice e missionaria. La Nota pastorale della CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia mette in evidenza ombre e luci per rilanciare la parrocchia come segno e strumento dell’unità e il vero centro missionario ed evangelizzatore. La parrocchia oggi non è più punto di riferimento religioso unico e abituale per la gente del territorio e rischia il collasso se viene vista come un distributore di sacramenti e sacramentali. Ma questa fotografia, ingiallita dal tempo, esprime ancora il Cristo che passa accanto alla gente e la orienta al Padre, permettendole di entrare nel Regno dei cieli?

Sprazzi di luce e di colore…

Il compito prioritario della parrocchia è “fare i cristiani”. L’iniziazione è espressione di una comunità che educa con tutta la sua vita e manifesta la sua azione dentro una concreta esperienza di ecclesialità. L’iniziazione cristiana non è quindi una delle tante attività della comunità cristiana, ma l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre (cfr. UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana, 6.).

L’iniziazione cristiana, che ha il suo insostituibile grembo nella parrocchia, deve ritrovare unità attorno all’Eucaristia; bisogna rinnovare l’iniziazione dei fanciulli coinvolgendo maggiormente le famiglie; per i giovani e gli adulti vanno proposti nuovi e praticabili itinerari per l’iniziazione o la ripresa della vita cristiana.

E’ su questo compito che il documento della CEI apre gli orizzonti al cambiamento: “Non si può dare per scontato che si sappia chi è Gesù Cristo, che si conosca il Vangelo, che si abbia una qualche esperienza di Chiesa…c’è bisogno di un rinnovato annuncio della fede. E’ compito della Chiesa in quanto tale…” (Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 6).

La parrocchia oggi, dunque, esige innanzitutto una svolta radicale della pastorale ordinaria nella direzione del primo annuncio, dell’evangelizzazione, del risveglio dell’identità cristiana: non solo sacramenti, non solo solidarietà, non solo aggregazione, non solo agenzia religiosa generica…: tutto questo insieme ad un preciso compito di «evangelizzare Gesù Cristo» (At 11,20).

La Chiesa, e dunque la parrocchia, esiste per Gesù Cristo: per nient’altro e per nessun altro. Questo è il suo progetto pastorale, che deve integrare tutte le dimensioni della vita della parrocchia, tutte le attività, tutte le forme, tutti i momenti e i tempi.

Quale cammino per un gruppo di catechisti?

Il catechista dell'Iniziazione Cristiana è un testimone di Cristo, mediatore della parola di Dio, "compagno di viaggio", educatore della vita di fede, uomo o donna pienamente inserito nella comunità cristiana e nel contesto culturale e vitale del mondo d'oggi.

Nello svolgimento del suo servizio, il catechista non deve essere solo: l'iniziazione avviene sempre in una comunità e richiede la presenza di figure complementari. Ogni catechista è considerato come uno che possiede la competenza di fare catechesi, dunque come uno che possiede la capacità di trasmettere ad altre persone le sue esperienze di vita cristiana e di parteciparle. Allo stesso tempo la vita della comunità è da considerare come la scuola specifica del cristiano e del catechista.

Non va dimenticato che quanti operano nel servizio catechistico sono ancora in cammino. Occorre esigere da tutti i catechisti che si sforzino seriamente di orientare la propria vita verso Cristo e di vivere in comunione attiva con la Chiesa. È importante e decisivo che il catechista nella sua missione percepisca la Chiesa come comunità di credenti o di persone che si sforzano di credere che in Cristo Gesù è arrivata la buona notizia per ogni uomo.

Il catechista non opera isolatamente. La trasmissione della Parola suppone una regolare riflessione nel gruppo dei catechisti e arricchita da idonei approfondimenti. È importante costituire un gruppo che si assume il ministero specifico dell’iniziazione nella comunità, non per sostituire la responsabilità della comunità e della famiglia, ma per mettersi al servizio della comunità e delle famiglie.

Resta sempre attuale il monito di San Cipriano: “Affinché uno possa aver Dio per Padre abbia la Chiesa per Madre”. Per questo è necessario che l’azione pastorale edifichi delle comunità attraenti, accoglienti ed educanti, in cui le persone sono messe nelle condizioni di poter vivere tra loro rapporti di stima, di simpatia e di amicizia e di poter vivere autentiche esperienze di fede. (Cfr. LUCIO SORAVITO, Il Documento Base e la pastorale della Chiesa italiana, Seminario sul 40° del DB, conclusioni).

Per approfondire: Mai soli. Il gruppo dei catechisti: esperienza di Chiesa.

-      Chi educa nel campo della fede non può dimenticare che la sintonia di un gruppo di adulti è la prima testimonianza di Chiesa per la promozione della fede. Il gruppo di catechisti rimane il luogo dove si matura una vera appartenenza ecclesiale. Condivido queste affermazioni?

-      San Francesco d’Assisi, a uno dei suoi seguaci che insisteva nel chiedergli di insegnargli a predicare, rispose così: «Fratello, (quando visitiamo i malati, aiutiamo i bambini e diamo da mangiare ai poveri) stiamo già predicando». In questa bella lezione sono racchiuse la vocazione e il compito del catechista. (cfr. Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti al primo simposio internazionale sulla catechesi, Buenos Aires, 11-14 luglio 2017). Quale conversione è chiesta a noi catechisti, al nostro gruppo di catechisti e alla nostra comunità?

Programma


Giovedì 31 agosto 2017 

ore 18.00       Accoglienza

ore 18.30       Preghiera d’apertura

ore 19.00       Introduzione al Convegno

ore 19.15        «La Comunità parrocchiale, soggetto della catechesi»

Interviene Don Matteo Dal Santo, collaboratore dell'Ufficio catechistico

della Diocesi di Milano

ore 20.00      Cena

ore 21.00       Laboratori

ore 22.00       Dialogo col relatore

ore 22.30       Compieta

 

Venerdì 1° settembre 2017

ore 18.00       Accoglienza

ore 18.15       Vespri

ore 18.45       «Quale cammino per un gruppo di catechisti?»

Interviene Roberta Casoli, ausiliaria diocesana e membro

della  commissione per l'iniziazione cristiana della Diocesi di Milano

ore 19.30       Laboratori

ore 20.30      Cena

ore 21.30       Confronto in assemblea

ore 22.15        Conclusioni

ore 22.45       Compieta