Solennità di Tutti i Santi

Chiamati, come Gesù, a cercare i santi

L'omelia del Vescovo Andrea

Il vangelo ci parla anzitutto di Gesù. Lui è l’interprete di queste beatitudini, Lui è povero in spirito, mite, affamato, perseguitato, operatore di pace… Così egli è il Santo.

E ci racconta anche la missione di Gesù: Gesù è il Santo che cercava i santi e li ha trovati in poveri in spirito, miti, affamati, perseguitati, operatori di pace, carcerati… Nelle pieghe delle fragilità dell’umanità Gesù ha saputo trovare, incontrare, benedire la vita concreta di persone che raccontavano così storie di beatitudine, di santità.

Noi oggi siamo chiamati, come Gesù, con Lui, a cercare i santi, i santi di oggi, quelli della porta accanto come li chiama papa Francesco.

Proviamo a cercarne alcuni insieme…

Ci sono i santi che oggi sono toccati dal dolore e dal rischio della malattia e in particolare dal Covid-19. E’ un virus, una malattia tremenda, perché colpisce silenziosamente, in modo invisibile e poi mette a rischio la salute, ma anche le dinamiche delle nostre relazioni, la socialità e lo sguardo al futuro, come le ricadute economiche e nel mondo del lavoro. E poi ci sono coloro che tra questi malati, segnati in modo più grave, sono in ospedale e talvolta a rischio della vita… Tra di loro oggi possiamo vedere, incontrare, trovare i santi.

Ci sono i santi nelle corsie di ospedale e negli ambulatori, dove medici e infermieri, come personale sanitario e volontari nel mondo del soccorso donano con generosità la professionalità della loro vita, il servizio, assumendosi anche dei rischi, per affrontare l’emergenza e assistere e curare i malati. E ci sono dei santi…

Ci sono santi nelle nostre famiglie. La quotidianità di vita dei genitori con le difficoltà che si incontrano, il silenzio della routine quotidiana che si porta avanti per la vita della famiglia e soprattutto dei figli, le sfide dell’educazione, i timori e le difficoltà legate al lavoro, la cura dei più anziani… Le nostre famiglie spesso sono dei santuari dove abitano i santi. E’ stato bello per tutti noi vedere la gioia della beatificazione di Carlo Acutis, un santo in famiglia.

Ci sono i santi nelle periferie urbane e di vita. Ci sono i più poveri, alcuni immigrati che vivono l’esperienza del rifiuto o della diffidenza e che hanno rischiato la vita in mare, ci sono i senza fissa dimora, o quelli che ospitiamo nei nostri centri notturni o ancora quelli che devono ricorrere ai pacchi alimentari per sopravvivere… e poi, lo dice anche Gesù, i carcerati, le prostitute, i più poveri… e tra di loro troviamo i santi.

Ci sono i santi tra i martiri di oggi, come le tre persone, due donne e un uomo uccisi barbaramente in Chiesa, a Nizza, dalla follia del fanatismo islamico, mentre erano in chiesa per la loro preghiera personale. Erano in chiesa un momento, cercando in silenzio la presenza del Dio della pace e dell’amore. Così scriveva su Avvenire Andrea Riccardi (30/10): “La preghiera di un pugno di giusti sostiene sostiene e salva il mondo, insegna un santo d’Oriente… I giusti sono i tre uccisi in chiesa che, con la preghiera di chi visita la chiesa, sostengono il mondo… I tre caduti a Nizza non sono resti del passato, ma premesse del futuro. Dalla fedeltà alla preghiera dei giusti, non tanto dai progetti, nasce la Chiesa di domani”. Santi sono i martiri e ne abbiamo trovati nei giorni scorsi nella cattedrale di Nizza.

Per loro, per queste persone che abbiamo ricordato e che scopriamo come i santi di oggi risuonano le beatitudini: per loro c’è il regno di Dio, la consolazione, la giustizia, la pace, la custodia del Dio della provvidenza.

Così viviamo la solennità di Tutti i santi, con i santi attorno a noi, con l’invito a intraprendere noi il cammino di santità e, come dice il vangelo, “rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.

Cercare i santi, incontrarli così nel vivere quotidiano e nello sguardo sul mondo e scoprire che trovare i santi, essere santi, vuol dire essere fratelli. E come ci dice Francesco, nella sua ultima enciclica, “Fratelli tutti”, oltre le differenze di religione, di razza, di cultura, di ideologia, di moralità, di colore della pelle. Fratelli tutti sia augurio e indicazione per la strada della santità per tutti noi.